Firenze – Un passo in avanti, una nuova sfida per la sanità toscana, è ciò che preannuncia l’assessore al diritto alla salute Luigi Marroni. Accanto alla riorganizzazione legata anche alla realizzazione del patto per la salute che le regioni hanno stipulato con il governo, ora “la sanità deve migliorare l’aspetto relazionale: l’accesso, la facilitazione, la relazione con il paziente in modo che accanto alle performance oggettive di qualità vi sia una migliore percezione della realtà del nostro sistema sanitario”.
Marroni ha aperto oggi il convegno “2014 motore sanità, l’Italia in Europa: un’eccellenza per il diritto alla salute”, organizzato dalla commissione sanità del consiglio regionale della Toscana che vede impegnati per tutta la giornata esperti e amministratori del settore italiani e europei.
L’assessore ha messo in rilievo il lavoro di riorganizzazione e di razionalizzazione fatto in questi anni affrontando il problema dei tagli causati dalle ristrettezze della finanza pubblica. Il patto per la salute prevede “un livello ragionevole” del fondo sanitario nazionale, “ma questo livello è soggetto alle intemperie della finanza italiana e internazionale per cui è necessario vigilare perché non sia di nuovo ridotto”.
Tra l’altro sono in arrivo, come preannuncia Marroni, farmaci costosissimi che hanno un potenziale effetto dirompente su una situazione già delicata . Del resto, dice il presidente della commissione regionale sanità Marco Remaschi, si tratta di temi entrati anche in Toscana nella discussione del piano sanitario regionale che dovrebbe essere approvato entro ottobre.
Marroni ha illustrato anche alcuni punti fondamentali per la riorganizzazione sanitaria toscana, che tuttavia attingono al principio fondante, vale a dire “tante aziende diverse che lavorano in un concetto di rete con una performance omogenea”. Così dalla metà dell’anno esiste una legge che crea un unico ente di supporto per tutte le strutture sanitarie, “che andrà a regime a partire dall’inizio dell’anno prossimo, mentre si trova in fase di progettazione un unico sistema informativo per la sanità regionale”.
“Per quanto riguarda il personale – ha concluso – c’è la necessità di introdurre nuovi strumenti per la valorizzazione delle risorse umane e delle loro competenze”.