Firenze – Si inaugura il 15 gennaio, alla Galleria C2, la mostra di Francoise Bertolini, artista multiforme, nata a Martigny (Svizzera ), laureata alla Chelsea School of Arts di Londra e cittadina del mondo, ma ormai fiorentina d’adozione. Vive in una piccola, suggestiva casa- studio in via di Ricorboli, piena di piante che sembrano intrecciarsi ai lavori dell’artista, oggetti distrutti e rielaborati, spesso sospesi a mezz’aria.
Ora l’artista .-.scultrice, pittrice, autrice di installazioni e video.-. presenterà i suoi ultimi lavori alla galleria di via Foscolo, con la cura di Giuliano Serafini, il quale scrive di lei con penetrante esattezza : “Siamo alla rappresentazione dell’esistenza tout court, o meglio alla messinscena della vita nell’atto traumatico del suo nascere”.
“Il materiale.-.il vaso.-.è il filo concettuale che guida il lavoro della Bertolini (….) Metaforico utero, il vaso si fa transfert di tutto un destino biologico e psichico che riconduce al principio assoluto, alla creazione senza aggettivi “.In effetti il vaso rappresenta la culla in cui s’annida la vita, ma già all’origine è fragile, può rompersi e va amorosamente o drammaticamente ricostruito , come ogni esistenza che non è mai stabile, al sicuro. Questo tema della fragilità e della faticosa ‘rimessa insieme’ con tutte le ferite e le casualità possibili , accompagna tutta l’opera della Bertolini con una sensibilità legata al femminile nel suo più profondo, ma che, proprio per questo, si fa universale, non cede a sentimentalismi o rimpianti, ma è forza e volontà di vita , nonostante il vento contro e tutte le rovine”.