Mostra: perdersi felici nei giardini d’oriente

Parigi – Parigi offre in questi mesi una splendida evasione nei giardini d’oriente, a quelli dell’Alahambra al Taj Mahal,  preziose oasi di pace e di verde frescura spesso create in zone assediate dal deserto e dal sole. Per potersi spaesare sulle rive della Senna basterà andare all’Institut du Monde Arabe che non solo ha allestito al suo interno un percorso di 300 opere d’arte prestate da musei di tutto il mondo e collezionisti privati ma ha anche creato al suo esterno un giardino effimero che riprende, in chiave contemporanea, il giardino d’oriente dove ritemprarsi tra rose, palme e profumo di aranci.

La mostra, intitolata appunto “Jardins d’Orient” invita a ripercorrere in cinque tappe la storia dei giardini, dall’antichità fino alle innovazioni dei nostri giorni,  dalla penisola iberica all’India.  Il giardino d’oriente, da come emerge chiaramente dall’esposizione, non dimentica mai di essere nato dalla sabbia: le sue tracce archeologiche più antiche si trovano nell’antica città di Pasagardes fondata da Ciro il grande nel 560 a. C. Il giardino d’oriente nasce dunque in Persia ed é da lì che poi si moltiplicherà in mille varianti dal Mediterraneo al subcontinente indiano.

Il giardino nasce in uno spazio chiuso da muri con al centro un grande bacino d’acqua da cui defluiscono freschi ruscelli  . E’ da questo pairi-daeza, che in persiano significa spazio chiuso,  che nasce la parola “paradiso”. E come non pensare a un paradiso, quando all’interno del giardino tutto è calma, profumi, verde e  frescura, mentre fuori regna una natura arida e ostile. Un paradiso , quello persiano, che ritroviamo riproposto anche nei tappeti,  come si può ammirare lungo il percorso della mostra. Il filo  conduttore del giardino d’oriente è sicuramente l’acqua, elemento indispensabile che nel corso dei secoli persiani, turchi, arabi e indiani dovranno andare a cercare spesso lontano,  sui fianchi delle montagne o in profondità, sotto terra.

Foto e dipinti ci mostrano con che mezzi  si erano ingegnati per potersi procurare l’acqua: dai canali alle cisterne, dalle nurie ai quanat, il perfezionato sistema di canalizzazioni sotterranee costruite sin dall’antichità in Persia. Di grande effetto è la maquette dei giardini pensili di Babilonia, alimentati da un originale sistema. Miniature, tappeti, preziose mattonelle tra cui quelle splendide della turca Isnik  danno un ulteriore tocco di raffinatezza a queste oasi, diventate simbolo di ricchezza, potere ma anche di poesia e meditazione.  Una carrellata da Mille e una Notte che però non rassicura sulla salvaguardia e protezione di questo patrimonio millenario, spesso minacciato non solo da guerre ma anche da incuria.

Jardins d’Orient

Institut du Mond Arabe fino al 25 settembre

 

Foto: france3-regions.francetvinfo.fr

 

 

 

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