Prato – Le sale del Museo di Palazzo Pretorio dal 19 marzo al 30 giugno accoglieranno a Prato la mostra “L’ombra degli Etruschi. Simboli di un popolo fra pianura e collina”ovvero le antiche testimonianze di genti che hanno vissuto tra il VII e il III secolo a.C, tra la pianura e i colli, a nord del fiume Arno, nelle zone che si estendevano tra Firenze, Prato, Pistoia, il Montalbano, il Mugello e la Val di Sieve, conosciute come “territorio fiesolano”.
La mostra è frutto della capacità di dialogo tra istituzioni e territorio: “La civiltà etrusca è importantissima per la Toscana e la sua identità”, ha detto la vicepresidente e assessore alla cultura Monica Barni, alla presentazione dell’evento insieme al soprintendente archeologico della Toscana Andrea Pessina, alla consigliera regionale Ilaria Bugetti (“Conoscere il nostro passato per comprendere chi siamo e il valore della storia”) e all’assessore alla cultura di Prato Simone Mangani: “Vincente l’idea di proporre una mostra sugli Etruschi, coinvolgendo il Pretorio di Prato e il Maec di Cortona”. Insieme hanno lavorato il Comune di Prato e il Ministero dei beni e delle attività culturali e del Turismo, con la Soprintendenza Archeologia della Toscana e il Polo Museale Regionale della Toscana per scoprire le radici della storia passata, attraverso l’esposizione di cippi, stele e bronzetti dell’area etrusca di Gonfienti.
Un’area che è ancora oggi un’importante segnale dell’inserimento protostorico delle genti etrusche a cui si è sovrapposto uno di età arcaica, che divenne col passare degli anni una vivace realtà commerciale, un centro di
scambi, un collegamento con le popolazioni della zona medio- tirrenica, e snodo di rapporti con coloro che abitavano nella pianura padana, oltre la catena appenninica.
Un viaggio nel tempo, caratterizzato dalla presenza delle”pietre fiesolane”, che aiutano a comprendere meglio l’organizzazione della società etrusca: ritrovate lungo le direttrici stradali che in età arcaica collegavano i centri
etruschi alla principale, oggi rappresentano, attraverso le figure che vi sono scolpite, i valori e i credo pseudo religiosi
dell’aristocrazia etrusca del VI e V sec.a.C.
Figure di devoti in pietra scolpite in occasione della morte e in bronzo in occasione delle preghiera: cosi il popolo etrusco si rappresentava e di questi sono state ritrovate tracce nella zona di Gonfienti. Il più delle volte manufatti prodotti in serie anche se di rilevante pregio artistico, come la coppa “Kylix”, a figure rosse attribuita al ceramista e pittore ateniese Douris/Duride, che veniva tenuta appesa con un chiodo a una parete della sala da pranzo della residenza scoperta oggi a Gonfienti.
È questa la casa etrusca più grande dell’Italia centrale, riccamente decorata con rappresentazioni mitologiche legate al mondo degli dei e dei miti dell’Oltretomba, diventata, oggi, il simbolo più importante di questa città, che testimonia l’elevato livello economico e commerciale raggiunto dagli indigeni di Gonfienti.
La mostra sarà divisa in due sezioni: una dedicata alle “pietre fiesolane”, stele, cippi in pietra, monumenti identificativi di famiglie gentilizie decorate a rilievo che provengono dai contesti funerari del territorio”, da segnalare l'”Offerente”, di Pizzidimonte, il bronzetto conservato al British Museum e rimasto a Londra, che si potrà ammirare in versione tridimensionale, grazie al lavoro di ricerca svolto dal laboratorio Vast-Lab del PIN-Polo Universitario “Città di Prato”, dell’associazione culturale “Prisma”in collaborazione con il Museo di Palazzo Pretorio e la Sopraintendenza Archeologia della Toscana, l’altra su Gonfienti, la città che ben 2.500 anni fa era un fervente via vai di traffici, merci e di popolazioni.
Interessanti gli eventi collaterali alla mostra “L’Ombra degli Etruschi” che vanno dal ciclo di cinque conferenze, all’interno del Museo pratese, con studiosi di storia e delle arti etrusche per tutti coloro che vorranno approfondirne la civiltà, alle visite guidate ogni sabato alle17, a i laboratori didattici per bambini (a partire dai quattro anni) previsti domenica 20 marzo, 17 aprile e 15 maggio, alla collaborazione con il Maec (Museo dell’Accademia Etrusca e della città di Cortona) “Prato e Cortona più vicine nel nome degli Etruschi”con una promozione di scambio di materiale illustrativo, di cataloghi, oltre ad una agevolazione tariffaria sui biglietti d’ingresso, ai pacchetti combinati che prevedono la visita all’area di Gonfienti o, in alternativa, al tumulo di Montefortini e al Museo Archeologico di Artimino.
Foto: Coppa “Kylix”, a figure rosse attribuita al ceramista e pittore ateniese Douris/Duride
Sopra: Stele della campagna fiorentina con scena di commiato tra due guerrieri (V secolo)
In basso: scansione 3D – Offerente Pizzidimonte