Firenze – Più che una conferenza stampa è stata una “messa cantata”, come si diceva una volta per definire celebrazioni particolarmente solenni. Officiante Arturo Galansino, direttore generale della Fondazione Palazzo Strozzi e, insieme a Joachim Pissarro, curatore della mostra Jeff Koons – Shine che sabato 2 ottobre apre i battenti (fino al 30 gennaio 2022). Ospite d’onore l’artista americano, una delle figure più importanti e discusse dell’arte contemporanea, colui che aprì il grande dibattito di Firenze nell’arte contemporanea con la scultura dorata Pluto e Proserpina messa accanto al David sull’arengario.
Sul podio si sono alternati i più alti vertici istituzionali (il sindaco Dario Nardella, il presidente della Regione Eugenio Giani) e quelli del mondo finanziario e imprenditoriale (Banca Intesa, Fondazione Cassa di Risparmio, Camera di Commercio). Tutti preparatissimi con citazioni appropriate e parole che hanno trovato l’ammirazione di Pissarro: “Mai avevo assistito a una presentazione pubblica di questo livello”, ha detto in sostanza.
L’occasione era quella giusta e celebrazione e magniloquenza stavolta erano appropriati. Dopo gli stop, i disagi, i problemi posti dalla pandemia, si presenta di nuovo al pubblico italiano e internazionale una realtà che non solo si pone all’avanguardia per la sua programmazione artistica, ma è un polmone essenziale per la ripresa economica della città. Palazzo Strozzi rappresenta il punto più alto di ciò che significa attrazione di un turismo internazionale di qualità, un modello sul quale la città ha puntato molto per uscire dalla trappola del turismo di massa che in questi anni ha cambiato la natura stessa del centro storico.
Lo ha spiegato il presidente della Fondazione Giuseppe Morbidelli con poche cifre sufficienti per mettere a fuoco un centro di eccellenza culturale ed economico. Il bilancio della Fondazione è di circa 7 milioni di euro. Il 40% del quale viene da contributi istituzionali, un altro 40% da finanziamenti privati e il 20% rimanente da autoproduzioni, una fetta che non si trova facilmente nei numeri di enti paragonabili.
Un’agenzia indipendente di analisi economica ha calcolato in 50 milioni la ricaduta sul territorio dell’attività della Fondazione: le risorse fornite a Palazzo Strozzi sono dunque veri e propri investimenti che sostengono il tessuto imprenditoriale del territorio: interventi nel sociale, nella cultura, nei trasporti. Per questo Morbidelli ha lanciato un “appello alle armi” rivolta alle imprese che “possono aiutare per spingere un nuovo ciclo virtuoso” .
Nardella e Giani hanno spinto l’appello sottolineando il carattere unitario, determinato e senza riserve del sostegno delle istituzioni. Per il primo la mostra di Koons è il proseguimento del marketing per contrapposizione critica che lui stesso ha inventato: mettere a contrasto l’arte del presente con quella del passato e che si discuta e si polemizzi perché questo è ciò che fa andare avanti nel nuovo millennio. Giani auspica un salto di qualità ulteriore dell’attività della Fondazione grazie ai soci privati. Luigi Salvadori presidente della Fondazione Cassa di Risparmio ha ribadito l’impegno per le attività culturali fortemente penalizzate dalla pandemia.
La mostra è dunque un pilastro della ripresa dell’economia fiorentina e deve mantenere questo ruolo per sostenere una nuova crescita. E Koons? Ha fatto la sua parte di grande amico di Firenze confermando una mostra che era prevista per il 2020 e mettendo a disposizione della città la sua fama e la sua creatività. Del resto Firenze è una stazione importante per la sviluppare il suo concetto di arte democratica, spirituale, aperta agli altri.
Foto in alto: Ritratto 2© Jeff Koons, PhotoEla Bialkowska OKNOstudio