Mostra: Gianna Scoino, la leggerezza della femminilità

Firenze – Superfici lavorate da delicati intarsi e sovrapposizioni di materiali dai colori naturali sono appesi alle pareti della Galleria Cartavetra dove dal 28 novembre 2019 fino all’11 gennaio 2020 sono esposte le opere di Gianna Scoino. Una delle artiste contemporanee che meglio hanno interpretato il ruolo della donna nell’arte di questo inizio del nuovo secolo.

Le opere sul muro mostrano la leggerezza di ali di farfalle eppure il loro contenuto, con segni, scritte, cuciture rosse, frammenti di tessiti, copie e fotocopie, gesso, filo di ferro e carta giapponese, così minuzioso e dettagliato racconta altro. Parla di storie intime, di sensibilità nascoste, di una femminilità non gridata ma sicura e determinata.

Un lavoro che insiste sul suo essere donna e partecipare alla vita, indagando la sua essenza, con il metodo di uno scienziato. Alla ricerca di una bellezza legata alla realtà umana. Così era Gianna Scoino.

La mostra celebra il suo mondo e il suo pensiero. Ora che sono solo le sue opere a parlare si cerca un dettaglio nascosto per trovare lei o meglio qualcosa che di lei faceva parte e possiamo ancora sentire il suo cuore che batte, le sue mani che accarezzano lievemente quei lavori.

Circa trenta lavori eseguiti in un arco di tempo dal 2004 al 2016. Ognuno di loro rappresenta una piccola tappa nel suo percorso artistico, sempre attenta, come donna, alle variabili sociali e aderente al dibattito culturale e artistico del suo tempo.

Nella sua bella presentazione al catalogo della mostra, il figlio scrive: “… i kimono rappresentano un punto cruciale di passaggio nel lavoro di Gianna. Negli anni precedenti aveva realizzato alcune opere attraverso le quali aveva avviato una conversazione con uno sciamano immaginario, una sorta di dialogo interiore…quando ho visto comparire sulle pareti del suo studio il primo grande kimono, ho immaginato che era l’abito dello sciamano”.

Ci sono i Kimono, tessuti vestiti di scritture profonde, segni, “dialoghi con lo sciamano”; Le Spose di guerra, busti dell’artista con gonne trasparenti e voluminose trapassate da scritte fatte a mano e poi i volti cinesi, i Rebels Inside, dove il volto Gianna, utilizzato di solito per le pitture cambia e si trasforma nel volto di altre donne.

Gianna Scoino, nata a Novare nel 1950, è stata docente di Pittura all’Accademia di Belle Arti di Firenze dal 1975  al 2012.

Nel 2014 è stata nominata Accademica nella sezione di Pittura dall’antica Accademia Delle Arti del Disegno. Ha collaborato con l’architetto Adolfo Natalini e realizzato le vetrate del nuovo Teatro della Compagnia di Firenze. Dagli anni ‘70 fino al 2016, anno della sua scomparsa, ha esposto in molte sedi private e museali in Italia e all’estero. Per citarne alcune ricordiamo il Centro Pompidou a Parigi, il Museo d’Arte Moderna a S.Paolo del Brasile e a Rio De Janeiro, Castel dell’Ovo a  Napoli, Palazzo Martinengo a Brescia, la Galleria del Costume di Palazzo Pitti a Firenze, il Centro Tophane ad Istanbul, il Centro per l’Arte Sanskrity Kendra di New Delhi, la Galleria d’Arte Moderna di Padova, il Kulturbanhof di Kassel, Palazzo Vecchio a Firenze, il Museo Archeologico di Fiesole, l’Istituto Italiano di Cultura di Lubiana, Palazzo Medici Riccardi a Firenze, Palazzo Guinigi a Lucca.

Nel 1974 ha vinto un’importante borsa di studio, per la Pittura, indetta dal Comune di Firenze e nel 1975 è stata invitata alla Quadriennale Nazionale “La nuova generazione” a Roma.

 

Gianna Scoino. Opere del nuovo secolo
28 novembre 2019 – 11 gennaio 2020
Cartavetra, Via Maggio 64r, Firenze
orari: dal martedì al sabato 15.30-19.30

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