Mosse di Trump e Netanyahu verso l’annessione della Cisgiordania

La scelta degli uomini mostra che i due vanno a braccetto

L’era di Bibi Netanyahu sta per svelare il suo nuovo volto al mondo, proprio mentre quella di Trump prende forma. E’ come se i due, già d’accordo, avessero pianificato tutto. L’antipasto di quello che ci aspetta sono le nomine, di cui molto si discute in queste ore. Poi ci sono investiture che passano in secondo piano, quasi sotto traccia. Eppure, sono quelle designazioni che puntellano la strategia politica e geopolitica di una amministrazione. In questo caso quelle di Trump e Netanyahu vanno a braccetto, sancendo il patto di ferro tra i due.

Martedì il futuro inquilino della Casa Bianca ha svelato il nome del prossimo ambasciatore statunitense in Israele. Trattasi di Mike Huckabee, politico e leader della comunità evangelica (bacino di voti di Trump). Huckabee ha una lunga e provata militanza a sostegno della costruzione di insediamenti illegali israeliani in Cisgiordania. Intervistato dalla radio militare dell’IDF alla domanda se l’annessione di territori palestinesi è nel programma di Trump ha risposto: «Beh, certo». Nel corso dell’intervista ha sottolineato di essere un frequente visitatore di Giudea e Samaria, termini storici e biblici che indicano attuali aree della Cisgiordania: «Credo fermamente che il popolo di Israele meriti un paese sicuro e protetto, tutto quello che potrò fare per aiutare a realizzarlo sarà per me un grande privilegio».

Tra i primi a congratularsi con il plenipotenziario in pectore c’è Yossi Dagan, leader del movimento dei coloni, capo del consiglio regionale dello Shomron e membro dell’associazione Homesh First. Nello scambio di diplomatici Netanyahu ha spedito a Washington come attaché il rabbino Yechiel Leiter. Che ha perso il figlio, ufficiale dell’IDF, nel corso dei combattimenti a Gaza. Leiter, nato in Pennsylvania, è uno storico e stretto collaboratore di Netanyahu, esponente di spicco del movimento dei coloni, nemico dichiarato dello stato palestinese e sostenitore dell’annessione della Cisgiordania. Leiter ha anche un trascorso da seguace del defunto criminale e teorizzatore razzista Meir Kahane.

Nell’incastro delle caselle Leiter diventa l’uomo chiave per Netanyahu con la Casa Bianca. Con un mandato ben chiaro. Se non dovesse riuscire nell’ottenere la benedizione all’annessione unilaterale della Cisgiordania, gli resta sempre la possibilità di impedire la nascita di uno stato palestinese sovrano e indipendente. Come desidera Bibi. Leiter gode di saldi legami con la comunità degli ebrei ortodossi statunitensi e può vantare ottime entrature con i dirigenti del partito repubblicano. Ma è decisamente mal visto dagli ebrei democratici, ostili tanto al trumpismo quanto al bibismo. Ai quali un vendicativo Netanyahu ha voluto fare uno spregio. Con una scelta divisiva. Una vera e propria cattiveria che rischia di spaccare ancor più in profondità le differenti posizioni all’interno della comunità, come del resto avviene in Israele. Ad affiancare Leiter nel suo compito, agevolando il lavoro, non dovrebbe mancare il supporto della miliardaria Miriam Adelson. Vedova del magnate dei casinò Sheldon, ovvero uno dei maggiori finanziatori sia di Trump che di Netanyahu. E come molti ritengono artefice del delicato e controverso spostamento della sede diplomatica americana da Tel Aviv a Gerusalemme, riconosciuta “de iure” capitale di Israele ma non da tutti nella comunità internazionale.

Parte del grande piano di cambiamenti orchestrati dal binomio Bibi-The Donald sono anche la nomina dell’investitore immobiliare Steven Witkoff, partner del tycoon sui campi da golf, quale inviato speciale per il Medio Oriente: «Steve sarà una voce implacabile per la pace e ci renderà tutti orgogliosi», parola di Trump. In aggiunta, l’incarico di Elise Stefanik al ruolo di ambasciatrice presso le Nazioni Unite: «Elise è una combattente dell’America First incredibilmente forte, dura e intelligente», a detta del suo sponsor. Novità nello scacchiere internazionale che fanno sponda al rimpasto di governo operato da Bibi con Israel Katz alla Difesa e Gideon Sa’ar agli Esteri. Dinanzi a tutto ciò non ci resta che ricorrere al saggio detto: se piove di quel che tuona l’ombrello potrebbe non bastare.

Alfredo De Girolamo  Enrico Catassi

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