Firenze – E’ morto il professore Ennio Di Nolfo, 86 anni, storico docente della “Cesare Alfieri”, la facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Firenze, autore dei manuali di storia delle relazioni internazionali del Novecen. Considerato il principale studioso italiano di storia delle relazioni internazionali, prima dell’ateneo fiorentino aveva insegnato all’Università di Padova e alla Luiss di Roma, dove era stato anche preside della Facoltà di Scienze politiche. La camera ardente si terrà sabato 10 settembre (dalle 10 alle 18) presso la Fondazione di studi storici “Filippo Turati”, in via Buonarroti, a Firenze, di cui lo stesso Di Nolfo era stato uno dei fondatori. I funerali si terranno in forma privata.
Lascia un’opera di sintesi monumentale della storia delle relazioni internazionali, in tre volumi pubblicati da Laterza tra il 2015 e il 2016 dal titolo “Storia delle Relazioni internazionali” (Dalla pace di Versailles alla Conferenza di Potsdam, 1919-1945; Gli anni della Guerra fredda. 1946-1990, Prima e dopo la Guerra fredda. Nuovi scenari. 1990-2015).
Nato a Melegnano (Milano) il 4 aprile 1930, come alunno del Collegio Ghislieri Ennio Di Nolfo aveva seguito il corso di laurea in Scienze politiche all’Università di Pavia nel 1949-53, laureandosi con lode nel novembre 1953 con una tesi in Storia dei trattati e politica internazionale – relatore il professore Ettore Anchieri – sul tema ”Il revisionismo nella politica estera di Mussolini”.
“Attraverso la sua opera di ricerca, meticolosa e appassionata, Ennio Di Nolfo ci ha aiutato a comprendere e ad interpretare il recente passato e il presente”. Così il presidente della Regione Enrico Rossi ricorda lo studioso di relazioni internazionali.
“I suoi studi hanno dato un contributo preziosissimo per capire – prosegue Rossi – dopo la fine della guerra fredda e in seguito alla crisi della supremazia statunitense, l’affermazione e l’evoluzione di un sistema di relazioni internazionali policentrico. Altrettanto fondamentali sono state le analisi compiute sul ruolo dell’Europa unita e sulle questioni mediorientali”.
“La sua scomparsa – conclude – lascia nella cultura italiana contemporanea un vuoto che sarà difficile colmare. Esprimo alla famiglia le mie più sentite condoglianze e la vicinanza della Regione Toscana”.