Morte Kohl: ho il cuore pieno di tristezza

imageLa morte di Helmut Kohl mi riempie il cuore di tristezza. Insieme a Mitterand è stato il padre dell’Europa contemporanea. Un gigante sotto tutti i profili. Ricordo quando uscendo dall’ospedale di Monza dove era ricoverato gravissimo uno dei suoi figli, dopo un incidente, lodó il sistema sanitario italiano: “non so se da noi sarebbero stati in grado di salvarlo”.

Lo ricordo quando venne in Italia a sostenere la Dc di Martinazzoli nell’ultima campagna elettorale con comizi a Bari e Milano. Ricordo quando nel 1993 accompagnai Martinazzoli a Bonn in un incontro che durò quasi quattro ore e, salutandolo, sul portone della cancelleria gli dicemmo: “in bocca al lupo per le tue prossime elezioni. Torneremo a trovarti qui”.

E lui : “vi rivedrò volentieri, ma non so se torneremo a incontrarci in questa sede, perché non so quale sarà l’esito delle elezioni. Perché io non solo ho unificato la Germania imponendo la parità del marco contro l’avviso della Bundesbank, poi ho avviato il percorso che porterà all’euro, mettendo il marco nello stesso paniere con altre monete tutte più deboli, e questo non piace ai tedeschi. Di più. Sei mesi fa ho alzato le aliquote fiscali di cinque punti, ma le nuove tasse le pagheranno soprattutto i tedeschi dell’ovest dove si produce reddito e dove la Cdu ha il suo bacino di elettori, aggiungendo che l’intero volume di surplus di entrate fiscali andró a investirlo all’est, con una cura da cavallo per evitare di trovarmi nella situazione del mezzogiorno d’Italia dove da quarant’anni voi pompate risorse ma non si vedono i risultati. Io non voglio tenere l’attuale divisione fra una parte della Germania ricca e una parte della Germania povera. E questo non piace ai miei elettori. Ma il mio maestro Adenauer mi ha insegnato che la Germania in pace nel cuore dell’Europa sarà la vera condizione per garantire la pace all’Europa intera. Sappiate che io non faccio questo per germanizzare l’Europa ma per europeizzare la Germania. Ci riusciró? Non lo so, ma so che sto facendo l’unica cosa giusta che la mia generazione può fare”.

Kohl poi vinse quelle elezioni.
Così ragionano gli statisti: quelli che lavorano per le prossime generazioni e non per le prossime elezioni.

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