Pisa – Ancora tutte da scrivere, le ultime ore dell’esistenza dello studente di ingegneria informatica dell’Università di Pisa Francesco Pantaleo, di Mazara del Vallo, dove risiede la famiglia, scomparso dall’appartamento in cui viveva con altri due studenti sabato 24 luglio e ritrovato domenica 25 luglio in un campo a San Giuliano Terme, carbonizzato. Un mistero che continua ad infittirsi, complicato dalla presenza di una lacerazione alla gola e di due inneschi sul luogo dove è stato ritrovato cadavere. Solo l’esame autoptico, che si terrà fra lunedì e martedì, potrà dare qualche risposta. Le ipotesi sul tavolo sono due, l’una opposta all’altra: la prima, che si sia trattato di un gesto volontario dello studente, che avrebbe mentito alla famiglia sul suo corso di studi, dicendo di essere ormai prossimo a prendere la laurea, mentre il suo nome non compare nella sessione del 27 luglio; la seconda, che possa essere rimasto vittima di un’aggressione. Francesco, prima di sparire, aveva cancellato tutti i file presenti nel suo pc e aveva anche tentato di fare sparire la rete di geolocalizzazioni dal suo cellulare; entrambi gli strumenti erano stati lasciati a casa, insieme ad altri oggetti personali, fra cui gli occhiali da vista. Venerdì 23 luglio, l’ultimo contatto con la famiglia. Sembrava sereno, come dicono i famigliari, aveva detto che sarebbe andato a correre.