Morte di Veronica Locatelli al Forte Belvedere: chiesti 4 anni per Leonardo Domenici

Il 16 luglio del 2008 Veronica Locatelli compiva 37 anni. Per festeggiare il suo compleanno aveva deciso di andare, con il fidanzato ed alcuni amici, al Forte Belvedere. Nella palazzina costruita da Bernardo Buontalenti c’era una bella mostra. Il faro crepuscolare che illumina la facciata era stato spento per permettere la proiezione delle diapositive del fotografo americano Lachapelle. Veronica decise di raggiungere il fidanzato, che si trovava dall’altro lato della struttura e, probabilmente a causa del buio, cadde dal camminamento di un bastione e trovò la morte. Già il 3 settembre del 2006 un giovane romano, il ventiduenne Luca Raso, era deceduto cadendo da uno dei bastioni del Forte Belvedere e, dopo la morte di Veronica Locatelli, venne aperta un’inchiesta che fu affidata al sostituto procuratore della Repubblica, Concetta Gintoli. Dopo oltre un anno dalla morte della giovane, la svolta nelle indagini. La perizia accertò che la sera del 16 luglio 2008 il Belvedere era scarsamente illuminato. Al momento dell’incidente erano accese, cioè, soltanto le luci che indicano i camminamenti. Al Forte, poi, c’era troppa gente. La concomitanza della mostra di Lachapelle e di un concerto jazz, aveva richiamato ben più delle 150 persone che la struttura può contenere. Utilizzando questi ed altri argomenti, dopo quasi 10 ore di requisitoria il pm Concetta Gintoli ha chiesto ieri, 10 febbraio, la condanna a 4 anni di carcere per omicidio colposo dell’ex sindaco di Firenze, Leonardo Domenici, dell’ex direttore della Cultura di Palazzo Vecchio, Giuseppe Gherpelli, e di Ulderigo Fusi, responsabile della sicurezza del Forte Belvedere ai tempi dell’incidente. Per Susanna Bianchi, presidente della cooperativa Archeologia che, nel 2008, aveva in gestione la struttura, sono stati richiesti invece 3 anni di carcere. «Leonardo Domenici – ha commentato Giovanni Di Fede, ex portavoce dell’ex sindaco di Firenze – ha svolto per dieci anni il compito di sindacodi Firenze con spirito di servizio e senza alcun interesse personale. Tutto ciò rende ancora più assurda la richiesta del pubblico ministero». «L'ex sindaco di Firenze – continua ancora Di Fede – non può essere considerato responsabile per quel fatto terribile capitato nel 2008 al Forte Belvedere. Tutti noi conoscevamo le criticità del Forte Belvedere e per questo furono decise e messe in atto alcune misure che furono valutate sufficienti da chi era preposto».

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