Monti: sventola a lutto il Tricolore

Si moltiplicano le espressioni di dissenso in vista del 7 gennaio quando arriverà il premier. I rischi di una giornata che potrebbe rivelarsi diversamente storica

Ma chi gliel’ha fatto fare a Delrio di chiamare Monti a Reggio il 7 gennaio in questo clima di tempesta borsistica e sociale? Mentre i privilegioni della politica si arroccano sulle loro astoriche e odiose posizioni cercando di difendere i loro stipendi, i più alti del Vecchio continente. Sui cui risvolti manco una comica commissione di super-esperti è riuscita a far luce. Anzi provocando un ulteriore, inutile sputtanamento di soldi pubblici?

Qui è tutto un potpourri di proteste, manifestazioni, sit-in e indignazioni varie; passi per i centri sociali (quelli che lanciano le uova alla Masini e leccano il popò ai manager Iren) ma la lista degli indignados sarà spaventosamente lunga. Dalla Lega Nord che torna a gridare al federalismo quale unica, vera ricetta salva-Italia a Rifondazione comunista che annuncia drappelli di pensionati e cassintegrati con bandiere italiane listate a lutto (cercheranno di issarle alla chetichella prima dell’intervento digos). Dai “grillini” che informeranno dai loro banchetti sulla “banda del buco” (i numerosissimi parlamentari) a nuovi gruppi di cittadini arrabbiati che cercheranno di organizzarsi per la propizia occasione. Tutto questo sotto i riflettori mediatici della nazione tutta.

Speriamo di no naturalmente ma il 7 gennaio rischia di diventare dalla data storica della nascita della Repubblica Cispadana a quella attuale della deflagrazione ultima della tenuta culturale di un Paese. Un tutti contro tutti, per meri motivi di sussistenza fisica, che sbrindellerebbe anche la spessa e ammuffita retorica tricoloristica. Ma non poteva chiederglielo in altra occasione il sindaco a Monti di mettere mano e con urgenza a quel patto di stabilità che sta affossando conti e servizi anche dei comuni più virtuosi?

Intanto le istituzioni invitano (e dal loro canto fanno anche bene) ad avere rispetto delle celebrazioni davanti ad un PdL in silente agonia che cerca di riorganizzarsi e ad un Pd senza indentità che cercherà un po’ di visibilità (Bersani ha annunciato la sua presenza). Già le istituzioni; a stare ai chiari di luna finora avvistati all’orizzonte, saranno le uniche ad applaudire il bocconiano tutto d’un pezzo, italico salvatore. Anche perché da super Mario e dalla sue manovre finanziarie potrebbe dipendere ancora la loro sopravvivenza

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