Firenze – I famigliari degli anziani ricoverati a Montedomini avanzano una richiesta precisa: quella di avere all’interno della struttura un referente “dedicato” magari per un’ora o due al giorno, e magari tutti i giorni, per essere messi a conoscenza con informazioni esaustive, dello stato di salute dei propri cari trovati positivi al covid-19. La richiesta è scattata 15 giorni fa, quando un figlio, impensierito dalla possibilità che la madre diventasse positiva visto il susseguirsi dei casi all’interno della struttura, aveva fatto la precisa richiesta alla dirigente di Montedomini, ricevendo assicurazioni che l’idea sarebbe stata presa in considerazione. Il problema della comunicazione delle condizioni di salute precise dei propri cari è infatti uno dei punti che sollevano più richieste e lamentele da parte dei parenti che sono fuori dalle strutture, vista la necessità dell’isolamento cui sono tenuti gli affetti da positività da coronavirus, per le ovvie pratiche necessarie affinchè i contatti siano limitati il più possibile, per evitare la diffusione.
“E’ chiaro che l’impossibilità di andare a trovare i nostri congiunti positivi non viene messa in discussione – dice un figlio, la cui anziana madre è positiva da domenica – ma è altrettanto necessario che i congiunti abbiano un referente certo cui telefonare per avere delle notizie sicure sullo stato di salute di genitori, nonni, ecc. In realtà, due settimane fa avevo già chiesto che si potesse accedere, pr qualche ora al giorno, a un numero dedicato, in maniera da evitare il più possibile di intralciare il lavoro, che sappiamo stressante e sempre vigile, degli infermieri o degli operatori. Da Montedomini era stata presa in considerazione la proposta, ma purtroppo, per ragioni di salute della dirigente con cui mi ero relazionato, non si è potuti procedere. Tuttavia mi sembra che quello che chiediamo sia veramente una soglia minima: l’accesso alle notizie specifiche della salute di persone care che potremmo anche, visto gli sviluppi della pandemia in Italia, in particolare nelle Rsa dove gli utenti sono fragili e più vulnerabili, e gli alti tassi di mortalità, non riuscire a rivedere mai più”.
Del resto, di fronte alla necessità di accedere in modo snello alle notizia sulla salute dei congiunti, anche altri parenti si stanno organizzando, per creare un gruppo che possa avere una spinta maggiore rispetto a richieste isolate. “Uno dei tasselli fondamentali per non soccombere all’ansia e alla paura che questa pandemia infnita induce – osserva il figlio della signora ricoverata a Montedomini – è proprio avere notizie, non solo circa la salute, ma sui protocolli, se siano stati avviati, quale forma di terapia sia utilizzata, se le nostre mamme, padri, nonni e nonne siano in terapia intensiva, subintensiva, o semplicemente in corsia ordinaria. E’ un modo per sentirsi in qualche modo vicini, contro questo muro di silenzio e invisibilità che il virus costruisce”.