Firenze – Licenziamenti “intimidatori” a Montedomini effettuati dai vertici della cooperativa L’Agorà? La vicenda è spinosa e, a quanto dicono i Cobas, rappresenta solo la punta dell’iceberg di un sistema “irrispettoso nei confronti dei lavoratori”.
Ed ecco la vicenda, come narrata dai lavoratori e dai rappresentanti sindacali: “I due dipendenti Olivia e Cristian erano in servizio nel reparto dei non autosufficienti della RSA di S. Silvestro all’ora di pranzo del 26 dicembre scorso. Siccome il cibo era stato consegnato in ritardo di mezz’ora e risultava immangiabile, e siccome gli ospiti “avevano comunque assunto una notevole quantità di carboidrati” (in occasione delle feste era stata servita una merenda più ricca a base di dolci natalizi, e poi in attesa del pranzo i degenti avevano consumato tutto il pane in tavola), i due lavoratori hanno chiesto agli anziani se fossero d’accordo a passare direttamente al secondo e poi alla frutta, rinunciando al primo. Per questo motivo sono stati licenziati. È bastata la lamentela di un ospite non autosufficiente, e il 30 dicembre è stato detto a Olivia e Cristian che il giorno successivo non avrebbero dovuto presentarsi a lavoro”.
I Cobas e i dipendenti stessi, che hanno firmato un documento per manifestare il sostegno ai due licenziati, parlano di “licenziamento intimidatorio”. Un avvertimento che rappresenta il culmine di un “clima di continue pressioni” all’interno della struttura nei confronti dei dipendenti. Pressioni che riguardavano continue richieste di saltare, ad esempio, i turni di riposo.
I dipendenti lamentano anche il ritardo sistematico nel versamento del salario. Poi, osservano un aumento dei carichi di lavoro con il ricorso a doppi turni e turni continuativi “anche di 10 giorni”. I lavoratori hanno troppe mansioni da svolgere in poco tempo: il minutaggio previsto dalla Regione è di 2,23 minuti a degente.
I Cobas hanno avviato la procedura di raffreddamento e conciliazione in prefettura (nel verbale di conciliazione, tra l’altro, il prefetto “ha caldeggiato un ripensamento da parte della cooperativa”), ma a questo punto la committenza, vale a dire Montedomini, è intervenuta con un “supplemento di pena”: Olivia e Cristian non potranno mai più lavorare negli appalti di Montedomini. Cristian, che dopo il licenziamento aveva ritrovato lavoro proprio presso una delle cooperative che ha l’appalto in un’altra struttura di Montedomini, ha pertanto dovuto interrompere il rapporto.
I Cobas domani hanno organizzato un presidio in Piazza Piave alle ore 18. Il tema sarà anche il Jobs Act che, attraverso la cancellazione dell’articolo 18, non permetterà più alcun reintegro dei lavoratori: Olivia e Cristian invece possono aspettare l’udienza di giugno e sperare in una riassunzione, perché il Jobs Act nei loro confronti non trova ancora applicazione.
I Cobas con il presidio di domani vogliono anche porre l’attenzione sulla Società della Salute: il consorzio tra il Comune e l’Azienda sanitaria nato come sperimentale, con delibera del consiglio comunale non solo non verrà sciolto ma avrà la gestione di molti servizi sociosanitari e il Comune potrebbe inserire Montedomini come parte istituzionale della SdS. Prospettiva che appare molto inquietante, soprattutto vista la carenza di informazioni in merito, per tutti i dipendenti del Comune e dell’Asl coinvolti nell’operazione.