Firenze – Un’altra grande prova della sinistra, quella di ieri, al Teatro Puccini, dove oltre mille persone (duemila per gli organizzatori) hanno dato vita a un evento probabilmente inaspettato anche per gli esponenti del Pd. La presentazione pubblica dell’associazione di Tomaso Montanari “11 Agosto”, data della liberazione di Firenze dal nazifascismo, ha attirato in piazza Puccini una valanga di gente, curiosi, simpatizzanti, speranzosi. E la speranza è quella che dall’associazione nasca una lista civica. e dalla lista civica un input decisivo per un fronte ampio della sinistra. Perché, come dice Massimo Torelli di Firenze Città Aperta, impegnato nel lungo braccio di ferro con l’amministrazione per l’uso dell’urbanistica a carico della città, “Replichiamo il modello di Campi”. Ovvero, fronte unito Sinistra – 5Stelle, E Tagliaferri è giunto al ballottaggio con il candidato del Pd. Sbaragliandolo. Concetto che è ribadito dal placo del Puccini dallo stesso Montanari, “Dove la sinistra va unita, le destre non arrivano nemmeno al ballottaggio.
Sono tanti, i temi di cui il Rettore dell’Università per Stranieri di Siena parla nel suo lungo e applauditissimo discorso, e sono punti che toccano l parte nascosta della Firenze per ricchi, o meglio, nascosta alla politica , perché Firenze e i fiorentini la toccano con mano ogni giorno, come dicono fra la folla: quella dell’esclusione sociale, della povertà, della deprivazione che è un’altra sottocategoria della povertà, quella della cancellazione dei disagi sotto la patina della città vetrina. Da Sollicciano, “luogo dove si assiste alla sconfitta della democrazia”, all’assenza di lavoro-lavoro povero, alla crisi abitativa, all’espulsione dei residenti, alla città che mangia tutto, anche se stessa sull’altare del turismo, bene, ogni cosa è toccata, analizzata e messa sul tavolo. Ma la questione centrale che viene a galla, è la risposta al perché Pisa, Siena, Pistoia, Arezzo, Grosseto, siano state consegnate alla Destra. E il motivo Montanari lo spiega senza mezzi termini: “il Pd in questa regione è un sistema di potere. abituato a distribuire cariche e non a governare”. Non solo: il vero problema è che chi racconta “che la città sta bene, che è stato fatto tutto bene, che non c’è niente da cambiare”, è in buona fede; non vede o non sa che “in questa città, il costo di un cono gelato è pari a quanto viene pagata un’ora di lavoro di colui che lo vende”.
Scollamento fra realtà e politica, necessità di ponti, sistema di potere, aeroporto, con un filo rosso che è il commento a un bellissimo quadro di Telemaco Signorini, evocativo della frattura fra la città che lavora “e affonda nelle periferie” e quella della rendita, della ricchezza, che tuttavia ora non gioisce, perché perdere una è perdere l’altra.
“I lavoratori sono sprofondati nelle periferie – dice Montanari – fuori, lontano dal centro dedicato alla rendita. Ma anche fra chi riesce a restare in centro, in molti sognano una città, una città in cui i ragazzi si possano sedere sui gradini delle chiese, con il senso di far parte di una collettività.”. Del resto, cita Marco Aurelio: “Ciò che non giova all’alveare, non giova neppure all’ape”.
L’Associazione 11 Agosto nasce anche per uscire dalla trappola dell’usuale linguaggio della politica, ormai ristretto in un cerchio asfittico: “Vogliamo costruire, non rottamare, siamo già fra troppe rovine”. Ricostruire, cosa ? Ecco il tema dei ponti. “Il ponte rotto del nostro simbolo – spiega Montanari – significa che dobbiamo ricostruire il ponte rotto della giustizia sociale e ambientale, di un governo partecipato dei beni comuni, il ponte di un rapporto sano tra la città e il suo territorio”.
Firenze potrebbe essere diversa, “però è necessario che vada liberata: dalla sua rassegnazione, dalla sua polvere, dalla convinzione che nulla mai possa cambiare, dall’illusione che l’unica fonte di reddito sia il turismo, dall’abbaglio che la sicurezza sia repressione, e non una giustizia per tutti e tutte”.
Concetti che risuonano fra gli applausi, che rendono facile, naturale, quasi inevitabile il lancio della lista civica, che “potrebbe avere anche un altro nome”, che, se “sarà necessario”, vedrà lo stesso Tomaso Montanari capolista.
Quanto alle alleanze, la convergenza con il M5S c’è, un certo interesse verso Cecilia Del Re, forse, In sala tuttavia la presenza dei tre consiglieri che l’hanno seguita: Massimiliano Piccioli, Stefano Calistri e Stefano Di Puccio. Cecilia Del Re è assente “giustificata”, sta preparando la sua kermesse alla Leopolda, il 25 febbraio. Alleanze? Campo largo, “tranne fascisti e sauditi”, e il riferimento a Renzi non casca certo nel vuoto. Fascisti va da se’.
Un palco che si riempie di “voci strategiche” della città, molte delle quali fra i fondatori dell’associazione, tra cui la presidente Daniela Morozzi, la vicepresidente Sandra Gesualdi, il sindacalista Fiom Daniele Calosi, l’ex magistrato Beniamino Deidda, l’ex consigliere regionale della sinistra Tommaso Fattori, l’ex assessora all’ambiente Anna Marson, famosa per il varo di una legge di tutela ambientale fra le più avanzate e messe sotto fuoco anche amico in Italia) l’ex senatrice di Sinistra Italia Alessia Petraglia, Serena Pillozzi, Alessandro Porro, don Alessandro Santoro, il medico Alfredo Zuppiroli.
Fra gli interventi più applauditi, l’urbanista Ilaria Agostini che sottolinea la devastazione derivata dal consumo di suolo ma anche si spazio, dentro e fuori la città, l’occupazione delle aree in nome della “rigenerazione”, mentre Deidda si scaglia contro chi fabbrica armi “sfrutta i lavoratori, al lavoro trasformato in merce”. Intervengono Andrè Lasso dei Verdi, Dario Salvetti, della fabbrica ex Gkn, Francesco Martinelli e Clara Baldasseroni di Fuori Binario. Fra gli altri, Sandra Bonsanti, che parla della Liberazione di Firenze e, “se posso fare qualcosa sento il dovere di farlo”i.