Monica Bacelli e le Folksongs di Britten riscaldano Prato

Il Gelo non ha dato tregua neppure giovedì sera 2 febbraio per il concerto della Camerata. In questo inverno più simile a quello del nord Europa che al nostro, la voce del mezzosoprano Monica Bacelli ha sciolto i vellutati fiocchi di neve caduti sui tetti del teatro Politeama e della città di Prato. Elegante interprete di Mozart e Rossini, e di un vasto repertorio che giunge fino a Monteverdi, Monica Bacelli ritorna a Prato dove ha riscosso sempre simpatia e successo. Per questa occasione, un inedita prima delle Folksongs di Britten, compositore britannico, attivo alla metà degli anni del secolo scorso, che le scrisse per l’amico e tenore Peter Pears. Per il mezzosoprano ancora un lunghissimo applauso, sottolineato soprattutto, da un accorato e deciso “Brava !” di un colto ascoltatore in platea. E’ giusto scriverlo, forza, tecnica e dolcezza d’interpretazione, hanno lasciato il segno sul pubblico. Tutte le canzoni, eleganti melodie popolari rielaborate da Britten in modo per nulla semplicistico, hanno trovato una gradevolissima interprete. Quadri poetici, che l’orchestra guidata da Pinzauti ha presentato per l’abilità dei suoi orchestrali. Da ricordi e sensazioni, percepiti per abilità creativa del compositore, all’ironia su di un arrogante politico in carriera. Monica Bacelli, passa da un brano all’altro senza lasciare il tempo di stupirci. Suggello, il bis con “La trota” di Schubert, per restare affini al programma di questa serata. Credo che Folksongs cantate della Bacelli meritano d’essere esportate in altri teatri del mondo. Il programma della serata si era, però, aperto sotto la bacchetta del direttore Alessandro Pinzauti, con la brillante e spumeggiante, ouverture dell’Euryanthe di Weber (1786 – 1826); grande opera eroico-romantica, ispirata da un modesto libretto di Helmina von Chézy. Weber ebbe grande influenza sulle opere liriche della sua epoca, indiscusso iniziatore del teatro musicale tedesco. Sebbene molta della sua musica sia ormai sparita dal repertorio, le sue overtures orchestrali, la musica per clarinetto e la sua opera Der Freischutz sono regolarmente eseguite. Molti furono gli estimatori anche per le sue capacità di direttore d’orchestra. Liszt, Meyerbeer, Berlioz lo considerarono un grande. Wagner ad esempio, si adoperò per la traslazione dei resti di Weber da Londra, dove morì, a Dresda dove ora riposa. Nella seconda parte della serata, la Schubertiana Rosmunde principessa di cipro, numerata D.797. Composta nel 1823, sempre su di un libretto di Chézy, venne presentata a Vienna per la prima volta il medesimo anno. Con le musiche di scena di Rosmunde, il pubblico ha apprezzato il coro Harmonia Cantata del Maestro Raffaele Puccianti. Il coro ormai celebre e dotato di vasto repertorio artistico, ha eseguito i brani in programma in questa bella serata, per un pubblico non foltissimo ma sicuramente entusiasta.

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