Firenze – E’ partito ieri il Mondiale dell’Arno, che mischia insieme squadre italiane, miste e di tutte le comunità presenti in Firenze, e unisce a questa grande festa dei popoli dibattiti, interventi, ospiti. Le iniziative, che si tengono presso lo stadio “F.Guidi” compresa l’area ristorante dei giardini di viale Tanini al Galluzzo, hanno visto una buona partecipazione non solo per quanto riguarda le tifoserie, ma anche il dibattito che ieri sera ha portato il confronto sul tema della “Partecipazione attiva nella vita sociale e politica”.
“L’elemento importante che è emerso a seguito del dibattito – commenta Carla Bonora, segretario CdLM Firenze – è che la vera strada per rendere concreta ed efficace l’integrazione è la partecipazione delle persone alla vita attiva del Paese. Il primo passo? L’accoglienza. Ma accogliere vuol dire ascoltare e per ascoltare ci vogliono i mezzi capaci di comprendere altre culture, altri approcci. Una fase di formazione dunque, necessaria e imprescindibile, è in corso (parlo ovviamente della Cgil in cui svolgo la mia attività) e non da ora, ma è un tema su cui abbiamo già riflettuto e cerchiamo di porre rimedio a ritardi da un lato, ma anche all’esplosione del fenomeno nel giro di pochi anni dall’altro”.
Parlando poi del terzo settore, ovvero del volontariato, Bonora puntualizza: “Per quanto riguarda tutto il volontariato c’è una grande preparazione, il terzo settore è veramente molto competente. Rimane tanta strada da fare nel pubblico senza colpevolizzare i dipendenti, che non possono singolarmente e privatamente formarsi sulla questione degli approcci alle culture diverse con cui vengono in contatto, vanno dati loro gli strumenti. Insomma, è il pubblico stesso che deve formarli.
“In caso contrario, voglio raccontare un caso emblematico accaduto in Cgil: un lavoratore cinese venne da noi per fare vertenza al suo datore di lavoro, anch’egli cinese. Problema: parlava pochissimo e malissimo italiano. Ci procurammo un interprete, riuscimmo a compilare una denuncia circostanziata, e ovviamente l’ultimo passo era quello di presentare la denuncia alla Direzione provinciale del lavoro. Ma lì non avevano nessuno che lo capisse. Cosa successe? Che lo mandarono via senza capire ciò che chiedeva. Il lavoratore non si è più fatto vedere. Senza dubbio non tornerà più. Questo è un esempio emblematico di quel che succede se non abbiamo gli strumenti per accogliere ad esempio coloro che non ci stanno, che non vogliono chinare la testa, che ritengono di avere diritti come essere umani e lavoratori “normali”. Se non siamo pronti ad accoglierli, scompaiono. E torniamo indietro un po’ tutti”
Certo, il problema della lingua può essere una barriera, ma è evidente che non può essere posto solo in un senso. “ E’ naturale – spiega Bonora – imparare a relazionarsi e in primo luogo imparare a esprimersi nella lingua del paese ospitante è un punto imprescindibile per essere pronti alla partecipazione. Da questo punto di vista è fondamentale il ruolo della scuola. Peraltro a Firenze abbiamo delle vere e proprie punte di eccellenza in questo campo, con maestre, in specie alle primarie, preparate e motivate. Il problema è quando si esce dalle primarie, oltre i tre anni di medie e si guarda alla scelta dei ragazzi per le superiori: gli italiani in genere vanno in grande numero ai licei, mentre gli stranieri finiscono quasi senza eccezione ai tecnici. Ci sarà un motivo”.
Così, mentre la grande festa si propaga e frotte di ragazzi multicolori festeggiano, si comprende che davvero diritto di cittadinanza, jus soli, diritto di avere una propria rappresentanza, diritto al voto siano i mezzi reali per fare dell’integrazione un concetto concreto e reale, per dare gli strumenti a questi nuovi italiani per “essere” italiani.
Il “Mondiale dell’Arno” torna alla grande il prossimo fine settimana: sabato 14 giugno, partenza alle 16,30 fino alle 22.00 con le partite eliminatorie, mentre alle 21 dibattito su «l’Italia sono anch’io» con il regista Haider Rashid. A seguire la proiezione del film “Sta per piovere”.