“Mojin the lost legend” chiude a Firenze Dragon Festival

Firenze – Sarà “Mojin: the lost legend”, una coinvolgente avventura in 3d tra cacciatori di tombe, avventurieri e affaristi senza scrupoli, firmata dal cineasta cinese Wuershan, a concludere al cinema La Compagnia di Firenze (via Cavour, 50r) la 4/a edizione del Dragon Film Festival, domenica 23 aprile alle 20.00. Durante la Rivoluzione Culturale un gruppo di giovani guardie rosse scopre casualmente l’antica tomba di una principessa mongola: la profanazione del sepolcro scatena l’ira di forze occulte dalle quali si salvano solo in due. Trascorsi molti anni i superstiti, nel frattempo trasferitisi a New York, vengono ingaggiati per ritrovare il sito dove è nascosto un talismano dagli straordinari poteri.

Le proiezioni al cinema La Compagnia partiranno alle ore 15.00 con la replica del commuovente “Return of the Cuckoo” di Patrick Kong, pellicola tratta da una celebre e omonima serie tv che racconta la storia d’amore tra il fattorino Man-Cho e Kei-Kei, una ragazza muta che comunica unicamente attraverso il linguaggio dei segni. Alle 17.30 spazio all’animazione con “Where’s the dragon?” di Foo Sing Choong: un vero e proprio viaggio nelle tradizioni della Cina dedicato ai ragazzi e alle famiglie. Dopo la sparizione del drago dello zodiaco cinese il mondo precipita nel caos. L’unica in grado di riportare l’ordine sembra essere una bambina in possesso di una preziosa scaglia di drago, che sarà affiancata nelle sue rocambolesche avventure da tre simpatici animali: il maiale, la pecora e il cavallo che popolano il calendario tradizionale.

Alle 22.30 sarà il momento delle arti marziali con “The Grandmaster”, pluripremiato lavoro del cineasta di Hong Kong Wong Kar-wai candidato a due premi Oscar e basato sulla vita del maestro Ip Man, mentore di Bruce Lee. Realizzato in nove anni di progettazione e tre di lavorazione, il film dipinge uno splendido affresco di un’epoca e di un mondo scomparsi: i tumultuosi anni Trenta, che seguirono alla caduta dell’ultima dinastia cinese, un momento storico che tra caos, divisioni e guerre, ha segnato l’epoca d’oro delle arti marziali. Tra paesaggi spettacolari, e combattimenti mozzafiato, un cast stellare composto da alcuni dei più grandi attori del cinema orientale (Tony Leung, Ziyi Zhang) porta in scena la lotta per indicare il successore di Gong Yutian, anziano maestro in procinto di ritirarsi.

Al Museo del Tessuto di Prato (via Puccetti, 3) la conclusione della rassegna sarà affidata alle 20.00 a “The assassin”, sontuosa opera in costume del maestro Hou Hsiao-hsien. La giovane Nie Yinniang è stata addestrata a divenire una spietata assassina dalla suora che l’ha allevata fin da quando era piccola, con il compito di eliminare i molti funzionari corrotti che fomentano la ribellione nelle province dell’Impero. Quando si rifiuta di portare a termine uno dei suoi incarichi per pietà della vittima, come estrema prova della sua formazione viene incaricata di uccidere un governante militare di nome Tian Ji’an, suo cugino e promesso sposo di gioventù.

Nel pomeriggio, alle 18.30, in programma “In Search of Perfect Consonance”, documentario firmato dalla regista premio Oscar Ruby Yang, che segue 25 anni di storia dell’Asian Youth Orchestra, costituita per promuovere la pace nelle nazioni asiatiche. Tra violini e violoncelli, alla ricerca dell’accordo perfetto, si stabiliscono amicizie e profondi legami tra i membri delle più svariate culture.

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