Modena, si prepara la fusione dei Comuni della Bassa

Il progetto, partito dai circoli locali del Pd, prevede la creazione di un unico Comune da 70mila abitanti.

La fusione in un unico Comune di oltre 70 mila abitanti in cui far confluire tutti i centri della Bassa modenese, in gran parte colpiti dal terremoto del 2012 le cui conseguenze li caratterizzano ancora oggi.
I circoli Pd di Camposanto, Cavezzo, Concordia, Medolla, Mirandola, San Felice e San Prospero hanno dato vita a un coordinamento Pd per il Comune unico allo scopo di promuovere l’innovativo progetto di fusione dei Comuni dell’Area nord in un unico grande Comune. Paolo Pirazzoli è stato scelto quale coordinatore del progetto. La direzione provinciale del Pd di Modena ha approvato all’unanimità l’ordine del giorno relativo.
Il segretario regionale del partito Paolo Calvano scrive in proposito su facebook: “Un solo comune per oltre 70 mila abitanti, la più grande fusione della nostra regione. Un progetto da sostenere, politicamente e amministrativamente”. Allo scopo di mettere in moto, al più presto, gli accertamenti tecnici necessari, nei prossimi giorni, nei consigli comunali dell’Area Nord il Pd presenterà un ordine del giorno che invita l’Unione a commissionare in tempi brevi uno studio di fattibilità.
In sostanza, i circoli Pd di Camposanto, Cavezzo, Concordia, Medolla, Mirandola, San Felice e San Prospero si fanno promotori del progetto del Comune unico della Bassa modenese. “L’idea nasce dal basso – ha spiegato Pirazzoli. E’ il frutto di decine di incontri che si sono tenuti nei mesi scorsi nei circoli della Bassa, che hanno coinvolto più di un centinaio di dirigenti e amministratori Pd. Incontri estremamente partecipati, a testimonianza della serietà e della voglia di incidere dei nostri circoli”.

L’obiettivo è realizzare la fusione entro il termine dell’attuale legislatura passando, come previsto dalla legge, attraverso un referendum popolare. La ricostruzione post sisma si intreccia insomma anche con la riforma degli enti locali. Un Comune unico significa razionalizzare le risorse per massimizzarne l’utilizzo, aumentare l’efficienza, ridurre gli sprechi, valorizzando le singole comunità che potranno continuare a contare, nei singoli municipi, sui servizi a disposizione dei cittadini.
Un Comune Unico nella Bassa – scrivono i circoli Pdsignifica omogeneizzazione delle normative, semplificazione dei processi amministrativi, programmazione nella gestione delle aree in grado di attrarre investimenti per insediamenti produttivi, integrazione del nostro territorio nelle realtà forti dell’Europa grazie alla realizzazione della Cispadana e allo sviluppo di infrastrutture quali la banda larga. Il Comune unico ci metterà in condizione di vincere la sfida”.

È un modo concreto per far diventare più forte questa parte di territorio – spiega Lucia Bursi, segretaria provinciale del Pd di Modenache porta ancora i segni del sisma del 2012. Di fatto puntiamo sulla creazione di un modello di gestione comune in grado di aggregare tutte le amministrazioni locali dell’area”. Sono stati i vantaggi di una possibile fusione, che da oggi non è più solo una fantasia, a convincere alcuni amministratori. “Non ci saranno solo risparmi dal punto di vista gestionale, ma anche sociale ed economico. Ci potranno essere più servizi per la popolazione, maggiori sgravi e sostegni fiscali e più agevolazioni in generale”, sottolinea infine la Bursi.

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