Novità in arrivo in provincia di Modena per le abitazioni terremotate dal sisma del 2012 e ancora da ricostruire. Da oggi chi ha avuto la casa danneggiata potrà cederla gratuitamente al Comune di residenza o venderla a imprese edili che in accordo con il Comune la convertiranno in abitazione a canone concordato.
Questo il contenuto delle due ordinanze emanate dal commissario straordinario al sisma, Vasco Errani, ed illustrate dall’assessore regionale Alfredo Peri insieme all’avvio del Piano di ricostruzione dei centri storici dei Comuni del cratere, gravemente danneggiati dal sisma del 2012.
La prima ordinanza prevede che il cittadino che abbia avuto gravi danni del sisma alla propria abitazione possa “decidere di delocalizzare cedendo gratuitamente l’edificio da ripristinare al Comune di residenza”, ricevendo in cambio “la stessa somma che avrebbe ricevuto con gli incentivi per la ricostruzione, somma con cui potrà poi acquistare una nuova abitazione”, spiegano i tecnici della Regione, in aree definite dai piani comunali. L’edificio danneggiato “verrà preso in carico dall’ente e ricostruito o ristrutturato anche con fondi regionali”, in parte già stanziati sul bilancio 2014 come fondi a supporto della rinascita dei centri urbani. Attualmente il fondo regionale è pari a 11 milioni di euro e l’ordinanza vuole “facilitare la delocalizzazione per chi decide di spostarsi dal centro storico”, in aree “definite localmente in un piano di ricostruzione che i comuni dovranno varare e che dovrà comunque mantenere il 25 per cento di superficie dei centri storici a funzione residenziale”, spiegano ancora i tecnici regionali.
L’altra possibilità, dettagliata nella seconda ordinanza, prevede uno scambio tra privati “finalizzato a valorizzare e a calmierare il mercato degli affitti”. Secondo l’ordinanza un gruppo organizzato o azienda edilizia può acquistare da un privato uno o più locali danneggiati nelle zone del centro storico, pagando di tasca propria, ricevendo a sua volta i contributi per la ricostruzione, ma con l’obbligo poi “di ristrutturare e di portare l’edificio ad un affitto a canone concordato per 8 o 15 anni a seconda della durata dell’accordo”, chiarisce l’assessore Peri. In questo caso il privato che vende utilizzerà i proventi della vendita per un nuovo acquisto, “mentre l’azienda edilizia riceverà i contributi dal 75 al 100 per cento, a seconda della durata della locazione, e dopo il periodo stabilito potrà passare alla fase di vendita”.