Modena, i veleni del ballottaggio tra Pd e M5S

Muzzarelli in forte vantaggio: il centrodestra, meno FI, appoggia il grillino Bortolotti e tenta l’effetto Parma.

Sono mancati appena 275 voti a Gian Carlo Muzzarelli per diventare sindaco di Modena già domenica scorsa, al primo turno. E confrontando i dati modenesi delle amministrative con quelli per le Europee – per le quali il 25 maggio si è votato in contemporanea – il fattore che  costringe Muzzarelli al ballottaggio ha un nome e un cognome: Adriana Querzè. Il 7,1% all’ex assessora dell’uscente giunta Pighi, pari a 6755 voti, è stato decisivo per far saltare la marcia trionfale di Muzzarelli.

Anche perché la lista civica “Per me Modena” pesca nello stesso bacino dei democratici. E per rendersi conto del peso delle tematiche – o, come in questo caso, delle liste – locali, è sufficiente guardare i risultati delle Europee: il Pd da solo ha raccolto il 55,6%, senza contare liste collegate (alle amministrative) con Muzzarelli come Sel, Sinistra e Centro democratico. Il divario, vista l’ampiezza, risente probabilmente anche dei numerosi attriti interni al centrosinistra ereditati dalle più che travagliate primarie.

In ogni caso, non si segnalano apparentamenti ufficiali in vista del ballottaggio di domenica 8 giugno, né per Muzzarelli né a favore del suo avversario Marco Bortolotti del Movimento 5 Stelle. Va detto, tuttavia, che così come a Livorno – l’altra roccaforte “rossa” dove un esponente del Pd sfida al ballottaggio un candidato pentastellato – anche a Modena a favore dell’esponente grillino si sono già spesi vari partiti di centrodestra, pur in via ufficiosa. Per la città della Ghirlandina si tratta di Lega Nord, una parte di Fratelli d’Italia e perfino l’ex ministro Carlo Giovanardi, che si era candidato a sindaco al primo turno sostenuto da Ncd-Udc, ottenendo un magro 4 per cento. Forza Italia ha invitato invece all’astensione.

Non si tratta, par di capire, di sostegni dovuti a vicinanza programmatica con Bortolotti, quanto piuttosto del tentativo di ripetere quanto visto a Parma due anni fa. Una strategia all’insegna del “votere chiunque, purché perda il Pd”. Ma Modena non è Parma, e per i grillini la battaglia appare molto più dura.

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