Modena, assistenza domiciliare per non autosufficienti

Nasce a “aMoDo”, servizio sperimentale di aiuto dedicato a persone con gravi problemi di autonomia.

Assistente domiciliare cercasi, Comune risponde. Succede a Modena, dove qè stato inaugurato, in via Viterbo 74 presso il Polo Sociale 3, “aMoDo” (assistenza Modena a Domicilio). Uno sportello nato in via sperimentale per offrire un aiuto concreto alle persone che si trovano anche temporaneamente, ad esempio a seguito di una dimissione ospedaliera, in condizioni di non autosufficienza e hanno bisogno in tempi brevi di assistenza.

Il servizio, promosso dal Comune con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena e realizzato attraverso un ente gestore, è rivolto a tutti i cittadini residenti, che vengono accompagnati nella ricerca, selezione e gestione contrattuale dell’assistente familiare. Non solo, perché offre anche un aiuto economico alle famiglie per sostenere questa spesa (prima mensilità lorda, purché in assenza di altri contributi erogati dal o tramite il Comune nell’anno in corso), e affianca gli assistenti lungo il percorso professionale, garantendone la formazione, la qualità e la regolarità del lavoro prestato.

Si tratta di un’esperienza realmente innovativa, capace di offrire una risposta concreta a molteplici bisogni – afferma la vice presidente della Regione e assessore al Welfare, Elisabetta Gualmini. É importante favorire la permanenza delle persone non autosufficienti nel proprio ambiente di vita e sgravare il più possibile il carico dei familiari, non solo dal punto di vista economico. Dal 2007 in Emilia-Romagna per la non autosufficienza sono stati assegnati oltre 4 miliardi di euro, di cui più di un miliardo di risorse regionali dagli assessorati a Sanità e Welfare. Per noi è fondamentale non lasciare sole le persone in condizioni di fragilità e chi le assiste”.

I dati Inps registrano a livello nazionale un calo dei collaboratori domestici regolarmente iscritti, che si concentra però sulla categoria delle “colf”, a fronte di una sostanziale tenuta dei rapporti di lavoro come “badante” (+2,2% tra 2014 e 2015). Aumentano le badanti di nazionalità italiana (+13%), anche se rimangono prevalenti quelle straniere. In Emilia-Romagna il trend è analogo: nel 2015 si contano 79.776 collaboratori domestici regolarmente iscritti all’Inps, di cui più della metà assunti come “badanti”. A livello nazionale, nel 2015 i collaboratori domestici erano 886.125, con un calo del 2,2% rispetto al 2014, concentrato soprattutto sulle “colf” (-5,4%). Per quanto riguarda la nazionalità, si contano 213.931 italiani e 672.194 stranieri, il 75,9% dei quali provenienti dall’Europa dell’Est. Nell’87,8% dei casi si tratta di donne. Le regioni con il maggior numero di lavoratori domestici sono Lombardia (160.587, corrispondente al 18,1%), seguita da Lazio (15%), Emilia Romagna (9%) e Toscana (8,5%). In queste quattro regioni si concentra quindi più della metà dei domestici in Italia.

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