Un’oasi di legalità nella quale ogni giorno Alessandra, Silvia, Nunzia, Felicia, Marianna, Paolo, Mina ed Ernesto, solo per citarne alcuni, lavorano utilizzando prodotti provenienti dalle terre confiscate alla mafia e biologici, per un totale di 12 soci dipendenti che si alternano nell’arco delle 12 ore del turno lavorativo.
Il primo gennaio però un attentato ha colpito NCO: quattro colpi di pistola sparati contro il cancello dell’attività nel cuore della notte; un gesto intimidatorio e inquietante in un territorio dove la presenza mafiosa è forte e capillare. Un gesto che dal ristorante non si aspettavano e al quale, dice Valentina Galeone, una dipendente del ristorante, da NCO hanno risposto “ con la normalità”, quella che “caratterizza le attività giornaliere di tutte le attività della Cooperativa e di chi ne fa parte.”
Oggi Valentina racconta più da vicino il mondo di NCO:
Come nasce la Nuova Cucina Organizzata?
Nel 2007 Giuseppe Pagano, insieme ai soci della Cooperativa Agropoli Onlus, ha ideato e fondato il Ristorante Pizzeria Sociale NCO. È nato come una sfida che è quella di costruire una comunità che, contraddittoriamente a ciò che la NCO di Cutolo ha organizzato nel nostro paese, ossia male e distruzione, sia capace di formare gruppi di lavoro, eventi ed azioni che fanno emergere in positivo il nostro territorio è ciò che esso è capace di offrire. Tutto ciò partendo dalle sane radici che lo fondano: territori produttivi e cittadini lavoratori ed onesti, dotati di grande ospitalità .
Com’è strutturata la vostra giornata-tipo al ristorante?
La giornata tipo dei soci della Cooperativa è strutturata così: la mattina ci occupiamo della preparazione del servizio mensa gestito da NCO, che è indirizzato a realtà profit o non profit del territorio. Nel pomeriggio risistemiamo ed organizziamo i locali per poi arrivare alla sera, momento nel quale cuciniamo pizze ed altri pietanze tipiche del territorio per il ristorante; su richiesta consegniamo i prodotti anche direttamente a casa.
E qual è stata la risposta della gente alla presenza di un ristorante apertamente contro la mafia su un territorio come quello casertano, nel quale la presenza della criminalità organizzata è così forte?
Inizialmente abbiamo avuto qualche difficoltà, ideali più che altro. Ma il nostro radicamento sul territorio ed un’ottima azione di marketing hanno permesso di sconfiggere paure e reticenze, ad iniziare dai nostri “vicini di casa”, che nell’arco di qualche mese sono diventati i nostri più assidui clienti. La nostra clientela è fatta da gente del nostro territorio e persone che arrivano da noi perché condividono con noi percorsi e idee.
Ma è mai capitato che le persone fossero intimorite all’idea di entrare nel vostro ristorante, magari per paura di ritorsioni?
Molte persone vengono intimorite dall’idea che NCO rappresenta, dal suo significato e dai suoi ideali. Paure e timori che si abbandonano nel momento in cui si entra a contatto stretto con le persone e le realtà di NCO.
E riguardo all’attentato dei giorni scorsi, come avete reagito?
Riguardo all’attentato ci siamo mobilitati immediatamente: lo scorso sabato 5 gennaio c’è stata una grande manifestazione a San Cipriano d’Aversa che ha visto partecipi molte persone che hanno voluto esprimere la loro solidarietà e vicinanza alla Cooperativa Agropoli e quindi ad NCO. Erano presenti personalità di spicco nella lotta contro la Camorra come Don Luigi Ciotti, presidente dell’associazione Libera, il Magistrato Lello Magi, Tano Grasso, presidente della federazione nazionale delle associazioni antiracket e il Vescovo di Aversa.
Una lotta insomma che dalla Nuova Cucina Organizzata verrà portata avanti nonostante gli atti intimidatori, fatta all’insegna dei valori antimafia e con i sapori della legalità.
Grazia D’Onofrio