Firenze – Iniziativa nel centro di Firenze per informare e sensibilizzare sulla crudeltà a cui sono sottoposti milioni di animali in tutto il mondo destinati a guarnire, con le loro pellicce, giubbotti, cappucci, guanti, scarponcini, cappelli e altri prodotti di abbigliamento.
Moda e pellicce: no alla crudeltà sugli animali
Dopo un breve periodo di crisi, la pelliccia è riapparsa da alcuni anni, purtroppo in maniera diffusa, soprattutto negli inserti, cioè nei cappucci e nei colletti di giubbotti e cappotti, nei guanti e nelle finiture di altri accessori, che molte persone credono essere in materiale sintetico, spesso anche a causa del basso prezzo di vendita.
L’industria della vanità uccide ogni anno 70 milioni di animali nel mondo, di cui il 58 per cento in Europa; nei 20 allevamenti italiani di visoni ogni anno trovano la morte 200mila animali.
«Oggi tutti sappiamo come vengono “prodotte” le pellicce e non serve essere animalisti per capire che questo è profondamente ingiusto, che è inammissibile indossare morte e sofferenza», hanno spiegato Fabiana D’Andrea, Annalisa Balli, Claudia Corsini, Giulia Fiori e Donatella Sarti, promotrici della manifestazione fiorentina. «La produzione di pelliccia implica l’allevamento e l’uccisione di milioni di animali con metodi crudeli. Camere a gas e scosse letali sono quelli più diffusi che preludono allo scuoiamento di creature alle quali viene riservata una breve e atroce vita in gabbia, fra paura e maltrattamenti. Cani procione, visoni, conigli, volpi, ermellini, zibellini, scoiattoli e, spesso nell’abbigliamento di importazione, anche cani e gatti sono considerati merce non esseri viventi e senzienti».
Da qui l’appello lanciato ai consumatori affinché non comprino vestiti o accessori con inserti di pelliccia. «