Contro la crisi Pitti Uomo punta su qualità e innovazione

La ricetta è ottimizzare costi e opportunità

La moda maschile crisi conclamata e speranze. Comunque senza abbandonare il campo ma anzi rilanciandolo. Convinta di avere competenze, possibilità , e, quella italiana, anche il vantaggio del prestigio internazionale. Caratteristiche tali da poter cogliere l’opportunità di rilanciarsi, purché trasformandosi e facilitando i cambiamenti, compreso quello generazionale. Ne è convinto Raffaello Napoleone, ad di Pitti Immagine , la società fiorentina che organizza per conto del Centro di Firenze per la moda italiana non solo i saloni di moda ma anche le manifestazioni di lifestyle a livello internazionale tanto da averne in programma otto da gennaio a maggio.

 A cominciare da Pitti Uomo che non ha ormai competitori e che si conferma come punto di riferimento e anteprima per l’abbigliamento maschile nel mondo.  Un salone denso non solo di espositori e buyer ma anche di avvenimenti e progetti che sconfinano in città . Partecipato da nuovi talenti come da brand e designer super confermati. Tanto da costituire, insieme ai giorni della moda maschile milanesi che lo seguono a ruota , il filo rosso che sta alla  base del vestire da uomo .

Con questo spirito Pitti Immagine ha appena presentato a Milano il 107 Pitti Uomo che si svolgerà in Fortezza da Basso a Firenze dal 14 al 17 gennaio (dal 17 al 21 si passa a Milano)  con quasi 800 espositori che presenteranno in anteprima le loro collezioni maschili per l’inverno 2025-2026, di cui quasi la metà (il 46%) esteri che dimostrano il ruolo internazionale del salone fiorentino.  “In un momento di particolari difficoltà della moda conserviamo un numero pari di espositori rispetto all’edizione invernale dell’anno scorso, se non di più”, e’ positivo Antonio (detto Totò) De Matteis, il patron del marchio Kiton presidente di Pitti Immagine. Una manifestazione comunque non facile in un momento di svolta per la moda, ma, come ha sempre sostenuto lo stesso Napoleone, le fiere sono anticicliche,  essendo che in tempi difficili servono per capire, andare a toccare, vedere, farsi vedere  e confrontarsi su cosa bolle in pentola. A Pitti non si negano le difficoltà ma le si considerano frutto di “un periodo di transizione” in cui la moda  va sostenuta da parte dello Stato ma anche dagli operatori del settore. E, in quest’ultimo caso, cosa meglio, si ragiona, di una manifestazione come l’Uomo che “mette – sottolineano gli organizzatori – anche, e soprattutto, le piccole e medie imprese in grado di dialogare con il mondo e farsi conoscere là dove da sole non potrebbero?”.

 “Non ci possiamo nascondere che il momento sia difficile, ma c’è sempre una via di uscita”, incoraggia  De Matteis:“ E’ un momento che tutti conosciamo bene e che possiamo definire, con ottimismo, di transizione ”, prosegue il patron di Kiton, indotto, dice di se stesso “ a vedere rosa per via della forte nostra azienda che ha  continuato a crescere, fino al 14 %, nei primi nove mesi del 2024”. Considerando però lo sfasamento temporale per cui finora le statistiche godono degli ordini fatti sei mesi prima e incerti di come andrà in futuro. Come peraltro vale per l’intero settore della moda maschile che cresce ancora, nonostante in modo minore, fino a un più  2,7%, e 5,5 miliardi di euro. In controtendenza con l’import che nei primi sette mesi dell’anno cala del 10,1%, scendendo a 3,6 miliardi di euro.

Le valutazioni generali non sparano ottimismo. Ma Pitti ribalta il ragionamento . “Per crescere bisogna puntare su qualità, innovazione e prodotti. Ma sono convinto che la moda uomo possa farcela – continua De Matteis – Abbiamo la capacità di uscire da questi momenti. Le maggiori difficoltà sono per la filiera che ha bisogno di supporto dallo Stato, dobbiamo capire che la moda è importante per il paese”. Il presidente ha una qualche  fiducia in questo governo, “il primo che lo riconosce”, ma aggiungendo che “si può fare di più”.

Da parte sua, Pitti mette in mostra ogni angolatura, gusto e tendenza per la moda maschile– essendo che ormai non c’è ne è una dominante ma tutte hanno diritto a esserlo – in cinque sezioni onnicomprensive delle diversità:   Fantastic Classic,  Futuro maschile, Dynamic Attitude, Superstyling, e I go Out che, tramite la versione urbana del vestire per stare all’aria aperta e fare sport,  è in questo momento la sezione più cool e comprende anche la novità di questa edizione:lo spazio Knees Up Running. Un’iniziativa  nata in collaborazione con Knees Up,  un locale londinese multifunzionale segnato dall’intersezione tra moda, running ed eventi, tra spazio fisico e spazio digitale, caffetteria, bar, negozio di marchi giovani ed elettrizzanti, un luogo dove ci si incontra la mattina presto  per bere un caffè insieme dopo la corsa, riponendo nell’armadio il vecchio aperitivo la sera. Una comunità, quella del running, in continua crescita che Pitti racconta come uno dei più significativi fenomeni di costume e sociali degli ultimi anni, come spiega Francesca Tacconi, responsabile degli eventi speciali. 

Insieme per l’Uomo, dunque, giovani emergenti come designer e  brand già affermati ma comunque creativi e innovativi. Gli special guest della 107*edizione  occuperanno con i loro show gli spazi cittadini più affascinanti e segreti, dal primo vero fashion show del marchio Setchu creato dal giovane designer giapponese educato a Londra,  Satoshi Kuwata,  alla  collezione esclusivamente maschile creata in esclusiva per Pitti dal brand più d’avanguardia di Renzo Rossi, MM6 Maison Margiela, che farà la sua performance in un luogo per ora segreto ma di grande impatto.  

E, ancora, le collaborazioni internazionali dal  progetto China Wave che seleziona quanto di meglio si crea in Cina per l’uomo contemporaneo, Scandinavian Manifesto che mette in scena le capacità di innovazione del nord Europa, la moda giapponese di J**Quality e della Japan Leather Show room: “Una peculiarità del salone che, in questo modo, esplora seleziona e cataloga ciò che di più rilevante sta accadendo nel mondo della moda”, spiega Napoleone. D’altra perte il  melting pot di idee, tendenze, suggestioni, eventi e progetti testimonia la volontà di Pitti non solo di organizzare belle fiere ma soprattutto quella di essere protagonisti e favorire le imprese e la storia della moda che, continua l’ad,  “ in questa complessa fase di transizione, non possiamo limitarci a osservare: dobbiamo darne un’interpretazione, tradurla in scelte di mercato e contenuti di comunicazione, anche rischiando. Abbiamo spinto, per esempio, più che in passato, sul mix merceologico, mescolando in modo audace le carte tra fashion e lifestyle”.

 E siccome la riflessione nel mondo della moda batte molto sui prezzi che, lievitati a dismisura, vengono visti come una delle cause delle difficoltà del lusso, è inevitabile che si discuta anche dei costi, questa volta per le imprese che espongono dei saloni di Pitti. Risponde  Napoleone: “Costiamo già un terzo rispetto al altre fiere.  Contro la crisi ci impegniamo ad assorbire al massimo gli aumenti oggettivi e soprattutto a far sì che nessuno dei nostri espositori perda un solo euro di quello che ha speso”.

La ricetta è ottimizzare costi e opportunità e favorire il cambio generazionale. Un grazie particolare in questo senso Pitti lo dichiara a Ice e UniCredit. A Ice ( l’Agenzia per la promozione delle imprese italiane all’estero)  “perché  tramite il suo sostegno  dice Agostino Poletto, direttore generale Pitti Immagine – possiamo investire preziose risorse nel portare a Firenze la comunità dei buyer più influenti della moda e del lifestyle uomo, e nell’invito a compratori provenienti dai mercati emergenti”. Che, per tanti che traballano, se ne affermano sempre di nuovi da andare a esplorare – si sottolinea – come per esempio il sud est asiatico. E grazie a UniCredit, da tempo main sponsor di Pitti Immagine ma ormai quasi partner, in particolare per il  suo impegno sulla formazione dei nuovi giovani talenti tramite la creazione della “CFMI Academy. 

Ogni Pitti ha un tema dominante che contraddistingue le campagne promozionali e l’arredo della Fortezza. Quest’anno è Fire, il fuoco, coordinato nelle campagne dal creative director Angelo Figus, l’editing grafico di Alessandro Gori, il fotografo Andrea Ariano. Gli allestimenti sul tema in Fortezza di Alessandro Moradei.  “Abbiamo scelto il fuoco e la sua forza generativa, che serve a giocare, a meravigliare, a ispirare, a fondere vecchie idee e abitudini e a forgiarne di nuove. Come fa la moda. Faremo scintille, accenderemo desideri, metteremo a fuoco problemi e proposte”, spiega Poletto. Un Pitti Uomo di fuoco “per una complessa  fase di transizione da interpretare con audacia – commenta il direttore generale – Impegnandoci su tre direzioni: puntando sul il mix merceologico, giocando le carte tra lifestyle e moda, facendo  un approfondimento su culture e comunità”.

Mentre buyer e popolo della moda attendono le suggestioni dei tanti brand presenti al salone. Dalla storica presenza di Brunello Cucinelli con le novità della sua eleganza “garbata”,  come la chiama lui, ottimista e di gran successo, a Basicnet che mette in scena le intramontabili Superga e la nuova collezione scarpe e abbigliamento di Sebago, a un’altra prestigiosa e continuata presenza a Pitti come quella di W.P. Lavori in Corso che renderà meglio visibili i suoi celebri brand in uno spazio grande e rinnovato: da Barbour, che mostrerà  le novità uomo ma anche donna, a Baracuta (Barbour e Baracuta presenteranno inoltre una loro collaborazione), Blundstone, Filson, Spiewak, BD Baggies. E poi Mackintosh, lo storico marchio inglese di impermeabili e cappotti che torna a Pitti Uomo per presentare le nuove collezioni, come la Mackintosh Mainline, e il frutto delle collaborazioni con alcune delle principali aziende di moda. E, ancora,Guess jeans e Guess Man che insieme incarnano il lifestyle della west coast americana . E questo solo per fare pochissimi nomi delle centinaia di offerte.

Infine la città che si riempie di energia. A cominciare dalle scuole di moda. Polimoda inaugura AN/ARCHIVE EVENT TWO, il secondo appuntamento del nuovo centro di ricerca dedicato allo studio della moda. Dal 14 gennaio al 14 febbraio, presso il Manifattura Campus di Polimoda alla Manifattura Tabacchi, EVENT TWO indagherà, trasformando l’archivio in uno spazio di talk, installazioni artistiche e pezzi iconici del fashion, sul rapporto tra uniforme da lavoro, identità, crisi e rivoluzione. Pensando  blu e il denim, storicamente associati alla classe lavoratrice, tramite un significato sociale e politico. Mentre l’Istituto Marangoni collaborerà con WP Lavori in Corso per offrire una reinterpretazione contemporanea dell’estetica di Filson, storico marchio americano fondato nel 1897. Infine, tra i molti eventi, si segnale Slam Jam Tenax con una speciale notte a Palazzo Borghese per celebrare la club culture, la sua eredità e le sue future interazioni, tra musica, arte e stile.

In foto Raffaello Napoleone

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