Titolo azzeccato per la mostra personale di Fabrizio Corneli, chiamata Piazza dei miracoli, e curata da Silvia Cangioli: non solo perché l’installazione luminosa più avvincente nasce da un particolare ricavato da una decorazione della famosa piazza pisana, ma proprio perché davanti alle opere di Corneli si ha costantemente l’impressione di essere a tu per tu col miracoloso. Per chi lo conosce e lo segue, all’estero dove è molto noto, o qui da noi in Toscana, dove preferisce essere più defilato, Corneli costituisce ancora una sorpresa, per i risultati ottenuti con le sue ricerche puntuali e le sperimentazioni ostinate. La white box di via Ugo Foscolo 6, abbuiata, accoglie i visitatori con una pavimentazione che è un’illusione ottica: la moltiplicazione dal centro verso le pareti, di un elemento esagonale, quindi a sua volta scomposto in triangoli e in rombi, una decorazione di origini arabe, in cui prevale il colore verde. La fonte di questo miracolo ottico è un caleidoscopio alla rovescia, che pende dal soffitto, proiettando in giù le figure incorporate. Basta uno spostamento d’aria provocato da chi gli passa accanto ed ecco che il pavimento oscilla sotto i piedi e la testa di chi guarda gira, finché non ci si sposta oltre, nell’altra saletta. Anche qui però l’occhio incontra il suo inganno sofisticato: ci sono segni sul muro, ombre scontornate di luce proiettate da piccole scatole di metallo ritagliate, e dipende da come funziona la percezione mentale del riguardante leggere le une o l’altra: un tempio orientale circondato da caprette, o due profili che si confrontano? Questo ricerca sugli sviluppi dell’illusione ottica è caratteristica di Corneli che da anni lavora anche sulle basi dei principi dell’anamorfosi: le ombre allungate che disegnano figure distinte sulle pareti, a seconda della inclinazione della luce, che è anche il principio della meridiana. Un esempio lo si può trovare sull’autostrada tra Firenze e Prato, sull’edificio in costruzione dello stabilimento Targetti; oppure a Villa La Màgia, a Quarrata. Qui alla C2 c’è un’altra piccola opera che passa quasi inosservata, e che appare come una screpolatura della vernice del muro, coperta curiosamente da un vetro, quasi fosse tanto preziosa da doverla proteggere. Avete voglia a cercare il trucco, il piccolo cretto non esiste! Silvia Cangioli spiega la sua predilezione per questo tipo di artista – molto da condividere – in quanto faber, autore manuale e non digitale o elettronico, delle proprie opere. Corneli appartiene alla generazione che segue la stagione concettuale, e che ha saputo coniugare la semplicità apparente dei mezzi con la passione per le scienze. Un plauso meritato va anche all’ospite Antonio Lo Pinto, artista d’importazione, quindi non locale, che sa fare rete e come, e che senza tergiversare, o lamentarsi oppure sparlare degli altri – azioni in cui i fiorentini si distinguono – si è creato un proprio spazio in città, e lo sta gestendo con tattica intelligente (foto Fabrizio Corneli).
Fino al 17 marzo 2012. Per la visita meglio prenotare: cell. 334 7970531
Nella foto in alto: Fabrizio Corneli, Custodi della Pace
Fabrizio Corneli, Piazza dei Miracoli