In piazzale Marconi centri sociali, associazioni di volontariato (anche cattoliche), partiti della sinistra radicale si danno appuntamento per la controfiaccolata a difesa dei diritti dei migranti. Il tradizionale balletto delle cifre collocherebbe le presenze tra le 300 e le 200 persone.
Comunque tante per un sabato mattina, quando di solito, il quartiere della stazione è deserto. Silenziosa la fiaccolata civica, rumorosa la contromanifestazione. Se in piazza con i comitati c’erano tanti reggiani, nel piazzale delle stazione si radunano per lo più stranieri. Molti uomini, pochissime donne, a chiedere con cartelli e slogan poco decifrabili i documenti per restare in Italia e lo stop delle tragedie in mare. Si vedono alcune bandiere di partito dell’ultrasinistra, ma non ci sono, almeno quando partil e corteo, esponenti del Pd. Del resto la controfiaccolata è dichiaratamente critica verso i decreti Minniti, difesi dal Pd solo qualche settimana fa in sala del Tricolore.
E chiede una regolarizzazione generalizzata, a prescindere dall’esito della richiesta d’asilo. All’opposto dei comitati che hanno chiesto al sindaco Luca Vecchi ragione dei circa 600 richiedenti asilo ospitati oltre la quota prevista a Reggio. La controfiaccolata parte da piazzale Marconi, imbocca viale IV Novembre per sfilare, rumorosa, lungo le vie del centro citttadino e raggiungere la sede della Prefettura dove, una delegazione viene ricevuta dal viceprefetto. I manifestanti consegnano una lettera in cui si dice che «in attesa di una legislazione che permetta canali di accesso regolari in Italia e in Europa in generale» è «necessario trovare soluzioni alternative quali ad esempio permesso di soggiorno per motivi umanitari o le altre forme di regolarizzazione previste dall’ordinamento giuridico che diano a queste persone tempo e opportunità per valutare cosa fare in base alle reali possibilità che il territorio offre».
E ancora: «Questa questione riguarda la città intera in quanto una volta ricevuti i dinieghi le persone non torneranno al loro paese di origine ma andranno ad aumentare le situazioni di irregolarità». Quindi «aumenteranno in questo modo le persone potenzialmente coinvolte in situazioni di illegalità a partire dal lavoro nero, fino ad arrivare ai circuiti dello sfruttamento, o della criminalità e non ultimo della criminalità organizzata”. Che è poi l’unico punto di contatto con la posizione dei Comitati.
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