Migranti, un melograno per ribellarsi allo strazio di vite innocenti spezzate

Firenze – Un melograno per opporre una barriera allo strazio della perdita di vite innocenti.  “A maggio piantiamo un melograno in un giardino di ogni città per ricordare le stragi dei migranti, per operare affinché non si spezzino più vite innocenti, per restare umani”: è l’appello che Donne insieme per la pace, Cgil, Anpi, Arci e Legambiente Toscana lanciano ai Comuni della Toscana (per aderire, scrivere a melogranodivita@gmail.com). L’iniziativa è stata presentata stamani in un incontro stampa a Firenze al giardino di piazza dei Ciompi. La richiesta ai Comuni è quella di aderire e provvedere operativamente, acquistando e piantando una piccola pianta di melograno in un giardino pubblico con la targa “Sono nato in memoria delle tante vite perse nella speranza di un futuro migliore. Basta morti durante le migrazioni”.

Tra i Comuni che hanno già dato l’adesione, Firenze (l’assessore all’ambiente Andrea Giorgio era presente all’incontro stampa di stamani al giardino di piazza dei Ciompi, dove sarà piantato il melograno), Prato, Sesto Fiorentino, Pistoia, Livorno, Bagno a Ripoli, Empoli, Viareggio, Barberino val d’Elsa, Tavarnelle val di Pesa, San Casciano val di Pesa, Rosignano, Castagneto Carducci, Campiglia Marittima, Collesalvetti, Capannoli, Massa e Cozzile, Pontassieve e Santa Brigida. Hanno aderito anche, come associazioni, Donna vita Libertà, Libere tutte, Coordinamento 194, Ribelli in cor, Musiquorum, Centro riforma dello Stato Toscana, Donne democratiche, associazione Mara Baronti, associazione AntropoLogiche. Tantissime anche le adesioni individuali, oltre a tanti circoli Arci e Legambiente territoriali.

Per l’avvio dell’iniziativa di piantumazione del melograno è stata scelta la data del primo maggio proprio in ragione del valore del lavoro come prospettiva per una vita migliore (senza inficiare minimamente sulle iniziative già programmate per la giornata della Festa del lavoro; nel caso qualche Comune scelga quella data, sarà aggiuntiva), ma l’iniziativa si potrà svolgere durante tutto il mese di maggio.

In merito all’iniziativa,  Marisa Nicchi (Donne insieme per la pace), spiega: “La vera emergenza non è la sostituzione etnica ma è il mancato soccorso a chi ha bisogno in mare. E’ inaccettabile che dopo le tante tragedie davanti alle nostre coste, con numeri sempre in aumento, non si reagisca per rispettare quei corpi senza vita e il dolore dei sopravvissuti che chiedono verità e giustizia. Ci auguriamo che questa iniziativa venga presa anche a livello nazionale”. Rilancia Gessica Beneforti (segreteria Cgil Toscana): “L’invito a pianare melograni, un albero che simboleggia la morte ma anche la vita e soprattutto la giustizia, intende costituire un atto di azione civica che rivendichi in occasione del Primo maggio la giustizia sociale negata ai migranti, doppiamente vittime di un’economia di rapina di tipo neocoloniale nei paesi di origine e di sfruttamento del loro lavoro in quelli in cui arrivano. Una negazione del diritto alla vita che diventa totale durante i viaggi e le traversate a cui sono costretti per cercare un futuro, duranti i quali sono trattati alla stregua di nemici, criminali la cui colpa è cercare di che vivere, un lavoro dignitoso e onesto, la felicità”.

Fausto Ferruzza (Presidente Legambiente Toscana) sottolinea: “Legambiente toscana partecipa con entusiasmo a questa bellissima iniziativa Melograno per la vita, perché è parte essenziale del nostro compito statutario. Tra le ragioni per le quali avvengono queste grande migrazioni ci sono guerre e crisi climatica, siamo quindi consapevoli che solo insieme alla società civile e alle istituzioni riusciremo ad affrontare questo fenomeno”, mentre Vania Bagni (Anpi Firenze), ricorda: “Abbiamo aderito a questo progetto perché il nostro spazio culturale, l’antifascismo, oggi si declina spesso nell’antirazzismo. Di fronte ai numerosi morti nei nostri mari c’è una sorta di trauma socioculturale, figlio di anni di propaganda sbagliata, per cui si dà per scontatoci che chi fugge dalla propria terra, magari perché vittima di guerre o miseria, non debba avere diritto a rifarsi una vita in luoghi come nostro paese”.

Sull’importanza dei simboli si sofferma Silvia Bini (Arci Pistoia): “Abbiamo aderito convintamente all’iniziativa sia per la modalità che per il valore simbolico. L’idea è piaciuta molto a vari circoli della regione che pianteranno un melograno nel loro giardino. Riteniamo che oggi più che mai i simboli siano importanti”, mentre Andrea Giorgio (assessore all’ambiente del Comune di Firenze) mette in luce la necessità di restare umani: “Abbiamo aderito a questa iniziativa importante per le vittime di Cutro perché ci riporta alla questione dell’umanità, l’umanità con cui vanno trattati questi temi, l’umanità prima di ogni considerazione politica, che si tratti di commemorare le vittime di un naufragio, di far sentire  la presenza dello Stato, che di tutelare gli esseri umani durante i flussi migratori, una questione strutturale che non può essere trattata come un’emergenza per la sicurezza”.

Qui di seguito il testo della lettera aperta già inviata al Presidente di Anci Toscana e inoltrata ai sindaci dei Comuni della regione:

Un Comune, un giardino, l’albero della vita.
Il Primo Maggio piantiamo un melograno per non dimenticare l’orrore di chi ha perso la vita per migrare.
Quello che è successo a Steccato di Cutro è umanamente incomprensibile e inaccettabile.
Ogni giorno affiorano corpi senza vita, molti bambini/e, che si aggiungono alle vittime accertate e ai molti ancora dispersi per il naufragio di un peschereccio con a bordo migranti avvenuto a pochi metri dalla riva.
Le dinamiche esatte dei fatti saranno accertate da chi di competenza.
Ma quei corpi, senza vita, tanti ancora inabissati, il dolore dei sopravvissuti chiedono rispetto, verità e giustizia.
Lo chiedono tutte le vittime nel Mediterraneo trasformato in un cimitero marino e quelle morte in altre rotte ove freddo, tempeste, siccità non fermano la speranza di una salvezza. Salvezza che solo “forse” si realizzerà. Un forse che è più forte della certezza di un’ esistenza in un luogo di guerra, di fame, di rischio ambientale.
Di fronte a tanto strazio, non possiamo rimanere indifferenti. Il male non è solo di chi lo commette, ma anche di chi rimane inerte, non fa nulla per impedirlo.
Vogliamo esprimere solidarietà, vicinanza e impegno di accoglienza diffusa e umana.
Come società civile e con il coinvolgimento delle comunità straniere chiediamo ai Comuni della Toscana che da sempre sono in prima fila per i diritti umani, tramite l’Anci Toscana, di onorare le vittime dell’immigrazione per non dimenticare e per far sì che simili dolori non si ripetano più.
Vogliamo piantare, in occasione del Primo Maggio, in un giardino di ogni Comune, un melograno e deporre accanto una lapide con scritto: “Sono nato in memoria delle tante vite perse nella speranza di un futuro migliore. Basta morti durante le migrazioni”.
Un gesto simbolico affinché sia scongiurato che altre innocenti vite si spezzino.
Un’occasione di pensieri e parole comuni, di fratellanza e sorellanza e di impegno delle istituzioni per affermare il valore supremo della vita.

Firmato: Donne insieme per la pace, Cgil, Anpi, Arci, Legambiente Toscana

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