Prato -Negli ultimi anni il nostro Paese ha assistito ad una forte intensificazione del fenomeno migratorio determinato da gravi crisi politiche e umanitarie causate dalle guerre che hanno incrementato un grande movimento di profughi e richiedenti asilo. In questo contesto i minori stranieri non accompagnati rappresentano l’elemento debole e vulnerabile del fenomeno migratorio: essi, laddove riescano a raggiungere il nostro Paese, giungono in condizioni psicologiche e fisiche sempre più critiche: denutriti, spaventati, stremati.
In Italia, negli ultimi dieci anni sono arrivati via mare da soli, secondo fonti elaborate dal Ministero degli Interni, oltre 112.000 minori stranieri non accompagnati, con una media di 15mila presenze annue. Solo quest’anno, fino allo scorso giugno, i minori senza figure genitoriali o adulte di riferimento giunti nel nostro Paese attraverso il mar Mediterraneo, hanno toccato quota 6.000. Secondo i dati relativi a Missing Migrants dell’Organizzazione internazionale per le Migrazioni (OIM), inoltre, dal 2014 ad oggi quasi 27mila persone persone sono morte nel Mediterraneo Centrale, più di 1.600 solo nel 2023, tra le coste africane e l’Italia, e tra essi moltissimi bambini, anche piccolissimi. Un dato emerge tra tutti:i minori costituiscono circa un terzo dei rifugiati e migranti che arrivano in Europa, rappresentando una percentuale assai significativa sul numero di adolescenti o preadolescenti che lasciano volontariamente o involontariamente il loro Paese con o senza genitori oppure con adulti legalmente responsabili per loro.
A fine aprile 2023, i minori stranieri non accompagnati presenti in Italia erano 20.681, di cui 4 mila bambine e bambini fino ai 14 anni. Numeri in crescita nel nostro Paese confermati dal censimento del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali che registrava al 30 aprile 2022, 14.025 minori stranieri non accompagnati presenti nelle strutture. Al netto dei minori provenienti dall’Ucraina (3.906 nel 2021 e 4.706 nel 2022), che mostra come il dato complessivo delle restanti nazionalità sia comunque aumentato di oltre il 50%. In Italia a partire dagli anni ’90 la strada che ha portato all’attuale sistema di accoglienza ha visto diversi tentativi, ed infine una legge, la «47» del 2017 ( legge Zampa), di iniziativa parlamentare , che istituì tra le varie procedure un sistema di protezione per i minori stranieri non accompagnati disponendone il divieto di respingimento o di espulsione con due tipi di permesso di soggiorno: il permesso per minore età e quello per motivi familiari, oltre che un sistema organico e specifico di accoglienza. Ma nonostante una presenza regolare di minori stranieri non accompagnati nel nostro Paese, non sono stati creati centri governativi di prima accoglienza previsti dalla suddetta legge. Inoltre di recente il numero delle strutture dedicate alla prima accoglienza dei minori si è ridotto, con un conseguente prolungamento della loro permanenza presso gli hotspot o in strutture temporaneamente dedicate allo scopo presso le aree di sbarco, che non sono luoghi adatti , e nei centri di prima accoglienza oltre il limite dei 30 giorni previsti da norma.
Anche i Centri di Accoglienza Straordinaria, che avrebbero dovuto rappresentare una soluzione, contavano purtroppo al 31 dicembre 2021 soltanto 519 posti. Guardando poi ai posti finanziati nei CAS dal 2018 al 2021, appare evidente che l’intento di distribuire i minorenni sull’intero territorio nazionale al loro arrivo è stato progressivamente disatteso, sino a concentrare in due regioni del Sud la quasi totalità dei CAS minori attivi a fine 2021. Ora da più parti è forte la preoccupazione a fronte dell’aggiornamento dei dati del Viminale. Ad oggi infatti ci sono nel nostro Paese 10.286 minori non accompagnati arrivati via mare nei primi sette mesi e mezzo di quest’anno, un numero più elevato rispetto all’intero 2021. Nel 2022 i minori soli in Italia toccarono quota 14.044 e stando a quanto sta avvenendo in questi giorni con sbarchi incontrollati sulle coste italiane, è molto probabile che a fine di quest’anno tale cifra venga ampiamente superata. Ora senza i 4000 posti SAI (sistema accoglienza e integrazione), dedicati ai minori stranieri non accompagnati, che furono richiesti con un emendamento dall’Anci che non venne, però,accolto nel decreto Cutro, e tagliate le risorse, sempre nel medesimo decreto, da 100 euro a 60 euro per la gestione dei minori nei centri d’accoglienza, diventa sempre più difficile per i Comuni italiani garantire aiuti concreti ai minori stranieri nei territori di loro competenza. Di qui l’allarme lanciato in queste ore dal Sindaco di Prato e responsabile immigrazione dell’Anci Matteo Biffoni che,accogliendo le preoccupazioni dei Sindaci d’Italia, ha dichiarato in una recente intervista di trovarsi « nell’emergenza una super emergenza ma nessuno se ne sta occupando. Si stanno montando tende dappertutto e non si rispettano i criteri per i minori che non solo finiscono nelle strutture temporanee per gli adulti ma rischiano anche di essere accolti in situazioni di promiscuità nei centri».
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