Migranti e buona integrazione, Sesto Fiorentino finisce su The Guardian

 Firenze – L’articolo è stato pubblicato ieri, e le pagine sono quelle, autorevoli, del quotidiano britannico “The Guardian”: il plauso del giornale inglese è per Sesto Fiorentino e per le sue modalità di accoglienza e integrazione dei migranti. Un plauso che si coglie fin dal titolo, “Come i migranti hanno conquistato l’amicizia dei fiorentini diffidenti”. L’articolo, pubblicato sia sull’edizione cartacea che sul sito web, consiste in una disanima del progetto di integrazione promosso dalla cooperativa Il Cenacolo a Sesto Fiorentino in provincia di Firenze. La cooperativa gestisce il centro di accoglienza Il Gerlino e ha messo al lavoro i suoi operatori nelle piazze del centro storico per creare in strada spazi di dialogo che possano facilitare le relazioni e la conoscenza tra migranti e cittadini.

Dopo le proteste contro i richiedenti asilo, un sindaco ha lanciato con successo una campagna per trattare i nuovi arrivati con rispetto. Si legge nell’articolo firmato da Angela Giuffrida: “Quando gli abitanti di Sesto Fiorentino hanno sentito che 50 richiedenti asilo si stavano trasferendo in un ex hotel nel centro storico, hanno risposto più o meno come nel resto d’Italia […] Il sindaco Lorenzo Falchi ha scelto di sfidare queste preoccupazioni e dopo sei mesi Sesto è diventato un modello sul modo di trattare i migranti con dignità”. “Erano preoccupati su come sarebbe potuta cambiare la piazza” ha raccontato al The Guardian Dalila De Pasquale, coordinatrice de Il Cenacolo.

the guardianLo schema per integrare i nuovi arrivati – si spiega nel pezzo – è iniziato con un progetto comune per pulire la piazza da ciò che più infastidiva i residenti: i mozziconi di sigarette. I migranti, principalmente provenienti da Mali, Senegal, Bangladesh, e Pakistan, hanno lavorato insieme ad un gruppo di pensionati, loro stessi immigrati dal sud. Le storie sono state condivise ed è stato trovato qualche punto in comune. Uno dei pensionati ha trascorso la sua infanzia in Libia, ex colonia italiana e adesso il principale punto di transito per i migranti che cercano di raggiungere l’Europa. E mentre lui raccontava con affetto i suoi ricordi, un giovane migrante ha condiviso la sua drammatica esperienza di prigionia in Libia. Il progetto si è evoluto in un incontro settimanale in Piazza tra i residenti locali e i migranti coinvolgendo anche gli esercenti. Marco Piombanti, proprietario del famoso Bar Blu, adesso insegna ai migranti come scrivere un curriculum e come presentarsi ad un colloquio di lavoro. Il sindaco ha dichiarato che nonostante qualcuno abbia ancora delle riserve riguardo la presenza dei migranti, la tensione si è decisamente allentata e adesso Sesto Fiorentino sta per diventare sede di una moschea, la prima ufficiale dell’area fiorentina per 30 mila musulmani.[…] Falchi spera che questo angolo di Toscana sarà un faro di ottimismo per il resto d’Italia”.

Uno dei protagonisti del resoconto è Pape Diaw, trasferito in Italia dal Senegal, oggi impegnato come mediatore culturale ad ascoltare e incoraggiare cambiamenti e soluzioni di possibili conflitti all’interno del progetto promosso da Il Cenacolo al Gerlino.

“L’articolo sul Guardian – dichiara Matteo Conti, presidente della cooperativa Il Cenacolo, aderente al gruppo cooperativo Co&So – dimostra che il lavoro che la cooperativa Il Cenacolo sta svolgendo sul territorio, e in particolare a Sesto Fiorentino, in collaborazione con l’amministrazione comunale, sta procedendo nella direzione giusta ottenendo risultati efficaci e importanti degni anche di un’attenzione mediatica a livello internazionale. Il nostro è un modello dove l’accoglienza di persone provenienti da altri Paesi in situazione di forte disagio, si coniuga con un lavoro importante di integrazione verso il territorio, verso la comunità che li ospita e verso i cittadini. E inimmaginabile pensare di accogliere persone in maniera separata dal territorio. Questo genera evidentemente paura e diffidenza. Il modello che abbiamo attuato a Sesto Fiorentino si basa proprio su questo: costruire legami importanti con altri gruppi sociali in modo che la coesione sociale del territorio venga assicurata e i nostri ospiti possano in qualche modo continuare il loro percorso di integrazione e accoglienza in maniera possibile e soddisfacente.”

“È bello leggere della nostra città – dichiara il sindaco Lorenzo Falchi su una testata importante come il Guardian a proposito di una esperienza positiva di accoglienza, dialogo, integrazione. Alla Cooperativa Il Cenacolo va tutta la nostra gratitudine per aver resa possibile un’esperienza capace di abbattere la diffidenza e le barriere culturali, trasformando il conflitto in una fruttuosa opportunità di dialogo”.

Foto interna The Guardian da ufficio stampa

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