Quella parola detta tra sé e sé, “stronzi”, rivolto a chissà chi, non basta a censurare Emnauela Caselli, la presidente del consiglio comunale di Reggio non nuova a diverbi coi cittadini che, coraggiosamente, frequentano le sedute di sala Tricolore. La mozione della Lega Nord, che si era andata ad ascoltare uno svariato numero di bobine di registrazione dei lavori consiliari, e che aveva beccato l’inopinato sussurro emesso dalla presidente una seduta del novembre 2010, è stata bocciata. La Caselli resta tranquillamente al suo posto e francamente questa volta l’iniziativa leghista era parsa pure un po’ pretestuosa, una sorta di accanimento “ad personam”. Dopo la vicenda del cittadino che la sbirciava alle spalle (una sorta di spada di Damocle del consenso) e fatto allontanare, Emanuela Caselli, che per quella vicenda aveva fatto pace col “defenestrato”, era evidentemente sorvegliata speciale. Quell’epiteto, ormai entrato nel gergo comune anche per definire gli amici, era stato proferito lontano dal microfono, evidentemente non troppo.
Un’altra vicenda è però probabilmente più meritevole di nota, almeno ai nostri occhi; il Pd ha nuovamente bocciato, compatto eccezion fatta per il consigliere Ernesto D’andrea , qualsiasi tentativo di taglio ai costi della politica. Le opposizioni chiedevano lo snellimento del numero degli assessori. Macché, van bene così. Sono “i costi della democrazia”. Il capogruppo Pd Luca Vecchi ha invitato a “guardare i piani alti” dove gli sprechi ci sarebbero davvero. Sarà; avviene esattamente come nei condomini. Gli inquilini di un piano additano sempre i vicini dell’altro