Mercato del lavoro: anche in Francia “apartheid” dei precari

Parigi – Negli ultimi 30 anni il precariato è esploso in Francia. Lo denuncia oggi l’Insee, l’Istat francese, sottolineando come dal 1982 al 2011 il tasso di rotazione della manodopera, l’indicatore dell’instabilità dell’impiego, è quasi stato moltiplicato per cinque. Se nel 1982 su 100 posti si recensivano 38  tra assunzioni e licenziamenti nel 2011 si è passati a 177.  Due le ragioni che spiegano il fenomeno: il forte aumento dei contratti a termini, passati dal 5 al 13%, e la loro durata che è scesa da 3 a un mese. Per non parlare dei contratti di chi lavora nello spettacolo in cui un terzo dei contratti è in media di una settimana.

Negli stessi anni, rileva l’Insee, i lavoratori con contratto a tempo indeterminato  (erano l’87% nel 2011) hanno conservato più a lungo il loro impiego, dai 6 anni del 1982 ai 10 del 2011. Una situazione, precisa lo studio, che fa temere una segmentazione del mercato del lavoro con  gli impieghi stabili e quelli precari che formano due mondi separati, con i lavori precari che sempre meno hanno la funzione di trampolino verso impieghi stabili.  Altro fattore di instabilità è legato all’età, con i giovani che hanno più probabilità di trovare solo impieghi precari( il tasso di rotazione rallenta bruscamente dopo i 25 anni) e ai loro livelli di formazione. Anche per gli over 55 anni l’instabilità è fortemente aumentata negli ultimi anni, soprattutto dopo la perdita del lavoro.

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