Il mercato delle App è in subbuglio, rivoluzionato dalle applicazioni basate sull’Intelligenza Artificiale. Con questi nuovi potenti strumenti tecnologici, lo smartphone diventa una sorta di porto di mare dal quale si può partire per qualsiasi viaggio. Perfino nei meandri della nostalgia, come avviene con MyHeritage, app scaricata da oltre 100 milioni di utenti, nata per ricostruire alberi genealogici e storie di famiglie, ma che grazie all’Intelligenza Artificiale, può anche consentire di animare le foto con i volti di nonni e bisnonni defunti. L’effetto è abbastanza inquietante, ma di indubbia suggestione.
Anche gli antichi fantini del Palio di Siena sembrano rianimarsi all’improvviso, grazie al deep learning di MyHeritage. Veri e propri miti per i senesi, che tramandano le loro imprese di generazione in generazione, sono noti anche ai più giovani per i loro volti scavati, lo sguardo fisso e fiero affidato a dagherotipi affissi nei musei delle Contrade accanto al cartiglio con l’elenco delle loro vittorie. Ma all’improvviso, questi eroi dai nomi semplici e popolari, Ganascia, Bubbolo, Tripolino, Boccaccia, Rubacuori e tanti altri, morti ormai da decenni, hanno ripreso a ” vivere” sul web. Michele Fiorini, ideatore del blog “Ricordi di Palio”, li ha rianimati utilizzando l’app My Heritage. Fiorini è uno straordinario “Indiana Jones” di immagini del Palio e di Siena, e in anni di appassionata ricerca ha creato una raccolta multimediale eccezionale. Adesso, utilizzando questa App con foto selezionate in modo certosino e adatte allo scopo, ha rianimato i volti degli eroi del Palio, ha fatto accennare sorrisi, roteare gli occhi, storcere la bocca. Insomma, ha ridato attimi di esistenza alla memoria, che per una festa dalle profonde radici storiche come il Palio di Siena, è operazione di forte significato. Perché è come un incontro tra le radici del passato e il futuro segnato dall’avvento della tecnologia digitale più avanzata.
È solo uno dei tanti esempi che si possono fare in merito alle possibilità di intervento su contenuti multimediali possibili grazie alle App di Intelligenze Artificiali che hanno ormai invaso e stravolto il mondo delle applicazioni. Proprio in merito a questa rivoluzione abbiamo sentito il parere di Antonio Rossano, giornalista esperto di cultura digitale, fondatore di Youcapital e coordinatore dell’Osservatorio sul Giornalismo Digitale dell’Ordine Nazionale dei Giornalisti. È presidente di “Media Studies”, ente non profit per lo studio, analisi e la divulgazione delle tematiche relative al mondo dei media, del giornalismo e della comunicazione. Di grande interesse la newsletter su AI e formazione, al link https://www.interskills.it/soon-intelligenza-artificiale-e-informazione-formazione/
Come sta evolvendo il mercato delle App rispetto all’avvento dell’Intelligenza Artificiale?
L’intelligenza artificiale (IA) sta trasformando radicalmente il mercato delle app, spingendolo verso una nuova era di personalizzazione, automazione e miglioramento dell’esperienza utente. Le app che integrano l’IA possono analizzare enormi quantità di dati per offrire esperienze altamente personalizzate. Gli algoritmi di apprendimento automatico consentono alle app di anticipare le esigenze degli utenti, suggerendo contenuti, servizi o prodotti basati sui comportamenti precedenti. Ad esempio, app di streaming, e-commerce e social network utilizzano l’IA per migliorare i suggerimenti e rendere l’interazione più fluida.
L’incorporamento di assistenti virtuali e chatbot intelligenti per automatizzare le interazioni con gli utenti, consente una comunicazione istantanea e continua, migliorando il servizio clienti e riducendo i costi operativi. Esempi includono app bancarie, piattaforme di e-commerce e assistenti vocali (come Alexa o Google Assistant). Sicuramente quelle con maggior “effetto” e diffusione sono le App che possono automatizzare compiti complessi, come l’elaborazione delle immagini, il riconoscimento del linguaggio naturale e la traduzione in tempo reale.
Altri settori che sono fortemente impattati dall’IA nelle app sono la sanità, la finanza e l’istruzione. Ad esempio, app sanitarie utilizzano l’IA per monitorare la salute degli utenti, diagnosticare condizioni precoci o offrire consulenza personalizzata. L’integrazione dell’IA sta anche aprendo nuove opportunità di business. Le app stanno evolvendo verso modelli basati su abbonamenti e servizi, dove l’IA diventa un valore aggiunto, ad esempio nelle app di coaching virtuale, consulenza e ottimizzazione delle prestazioni.
Le App di Intelligenza Artificiale generativa consentono di realizzare contenuti in modo automatizzato, seppure sulla base di input umani. Quali sono le 5 migliori oggi esistenti sul fronte della scrittura, e quanto costano?
Ce ne sono tante… Parliamo di quelle disponibili su mobile. In generale molte a pagamento, anche se con profili di abbonamento/acquisto diversi anche a seconda del device su cui vengono distribuite (è notorio che le App nel mondo IOS sono in generale più costose) o della strategia di marketing che lo sviluppatore intende utilizzare.
Sicuramente Jasper AI è una delle migliori, nota per la sua capacità di generare rapidamente contenuti di alta qualità e supporta più di 25 lingue. Offre oltre 50 modelli di contenuti, utili per blog, social media e altro. Il piano base parte da € 44 al mese ed è disponibile sia per IOS che Android.
Poi c’è Writesonic: Concentrato sulla creazione di contenuti ottimizzati per la SEO, Writesonic genera articoli lunghi, descrizioni di prodotti e contenuti per i social media. La versione premium offre funzionalità avanzate, inclusa l’integrazione con GPT-4. I prezzi partono da 9 euro al mese per contenuti brevi e da € 12 al mese per contenuti lunghi. Writesonic non offre una prova gratuita, ma offre un piano gratuito per sempre che include 10.000 parole al mese per verificare se la piattaforma è adatta alle proprie esigenze. È disponibile, da quest’anno, sia per mondo IOS che Android.
Scrivener è uno degli strumenti di scrittura più utilizzati da autori di libri e sceneggiature, e con integrazioni manuali di OpenAI o GPT-3. Può essere in questo modo integrato per generare contenuti creativi automaticamente. Scrivener costa circa € 45 una tantum. L’accesso a GPT-3/OpenAI può richiedere un abbonamento separato. È disponibile per iOS, con integrazione OpenAI via Web.
Ovviamente non possiamo non citare ChatGPT, nella versione App mobile è gratuita come quella Desktop ma prevede anche una versione “Plus”, come su desktop, al costo di circa 20 euro al mese. Ovviamente è in grado di scrivere, elaborare riassunti ed effettuare ricerche online. In versione IOS e Android.
“Last but not least”, ricordiamo Microsoft Bing, disponibile in App per i dispositivi mobili, gratuita, che offre potenti capacità di scrittura, oltre a fornire accesso al web per creare contenuti informativi e ricchi di fonti. È una delle soluzioni più complete grazie alla combinazione con il motore di ricerca.
E invece sul piano dell’intervento o della creazione di immagini, ci puoi citare 5 app affidabili e anche utilizzabili con una certa facilità?
Anche qui abbiamo un’ampia scelta e, ovviamente, qualsiasi indicazione è riduttiva. Canva è una delle piattaforme più versatili e semplici da usare per la creazione di grafiche. Offre strumenti di design con funzionalità AI, come il background remover e il generatore di testi grafici. È ideale per social media, presentazioni, poster e altro. È gratuita con piani premium a partire da € 12 al mese. Disponibile su Android e iOS.
Lensa è famosa per i suoi potenti strumenti di editing dei selfie con AI, come miglioramenti del volto e del background. Include anche strumenti di editing artistico che permettono di trasformare foto in illustrazioni. Abbonamento premium a partire da € 7,25 al mese. Disponibile su Android e iOS.
Come app di fotoritocco suggerisco Fotor, con un’ampia gamma di strumenti AI per la creazione di immagini, inclusa la generazione di immagini da testo. È perfetta per ritocchi rapidi, creazione di collage e miglioramenti automatici. È Gratuita con piani premium a partire da 8 euro al mese e disponibile su Android e iOS.
PicsArt offre strumenti avanzati per l’editing fotografico e la creazione di immagini personalizzate. Include filtri AI, rimozione sfondi e generazione automatica di effetti artistici. L’app è facile da usare sia per principianti che per esperti. È gratuita con acquisti in-app e abbonamenti a partire da € 4,5 al mese. Disponibile su Android e iOS.
Molto interessante Prisma che utilizza l’AI per trasformare foto in opere d’arte con vari stili pittorici famosi (come Van Gogh o Picasso). È molto facile da usare: basta caricare una foto e scegliere il filtro desiderato.Anche questa, in versione base è gratuita con piani premium a partire da €7,3 al mese. Disponibile su Android e iOS.
Esistono App come Transcribe per produrre un testo scritto da un’audio registrato. Ce ne sono di migliori o più affidabili?
Inutile dire che siamo ormai in un ecosistema in evoluzione continua: qualsiasi cosa evidenziamo oggi, domani potrebbe essere superata. Otter.ai è una delle app più popolari e precise per la trascrizione, supporta molte lingue ed è nota per la sua capacità di generare trascrizioni accurate in tempo reale. Include funzionalità come la suddivisione degli speaker e il salvataggio automatico di note. Disponibile su iOS e Android. Prevede un piano gratuito con 600 minuti al mese e piani a pagamento da 8 euro/mese.
Filmora o Magisto sono App che consentono il montaggio automatico di video.Sono i migliori software o ve ne sono di più avanzati?
Filmora e Magisto sono entrambi popolari per il montaggio automatico di video, ma non sono necessariamente i più avanzati. Entrambe le app sono orientate verso un’utenza amatoriale o semi-professionale che cerca strumenti semplici, intuitivi e veloci per montare video, spesso utilizzando template preimpostati e funzionalità automatiche.
Per chi cerca un approccio più integrato e professionale c’è da tenere in considerazione Adobe Premiere Rush, disponibile su iOS, Android, Windows, macOS. È un’app di editing video che offre sia funzionalità automatiche che strumenti di editing manuale più avanzati. È parte della suite Adobe e si integra bene con Premiere Pro, rendendola una scelta eccellente per chi vuole evolvere verso un montaggio professionale.
Abbiamo finora parlato di esempi di un fenomeno ormai diffuso: la creazione o la gestione di contenuti grazie all’Intelligenza Artificiale. Non è che tutto questo, soprattutto in un sistema editoriale debole come quello italiano, accanto a nuovi giornalisti specialisti tecnologicamente avanzati, finirà per ridurre gli spazi occupazionali dei giornalisti?
Guardando al mondo del lavoro in generale, ad oggi, non si sono verificati cali drastici o significativi dell’occupazione a causa dell’adozione di sistemi di IA da parte delle imprese. Anzi sembrerebbe che l’adozione di questi strumenti implichi la creazione di nuove figure professionali, la loro formazione continua, il miglioramento della produttività aziendale.
Dal punto di vista economico, se pensiamo al giornalismo come parte dell’industria editoriale, non possiamo che immaginare una similitudine con questi scenari.
Dobbiamo sempre considerare che il giornalismo non è un “medium”, non è legato ad un mezzo di comunicazione specifico: è sopravvissuto (e ci si è integrato) alla radio, alla televisione e, più di recente, alla rivoluzione digitale e ad Internet.
Il giornalismo è una infrastruttura sociale fondamentale, perché riguarda la conoscenza e l’informazione della società e, in questo senso, dalla tecnologia può trarre solo beneficio.
I processi ripetitivi come la trascrizione, la traduzione, la trasformazione di testi in audio e viceversa, la trasformazione di dati in bollettini non sono necessariamente attività giornalistiche e possono solo giovarsi dei sistemi algoritmici che li automatizzano.
I giornalisti dovrebbero essere i “gestori” e supervisori di questi sistemi per ciò che attiene l’informazione, in modo da poter utilizzare correttamente i contenuti che sono stati generati attraverso l’utilizzo di questi strumenti.
In questo senso è fondamentale l’aggiornamento professionale e la “volontà” di ciascuno di acquisire le nuove competenze necessarie. L’Ordine dei giornalisti ha già avviato un percorso di formazione che tenga in conto questa necessità, approvando e promuovendo i corsi che forniscono le nuove competenze “sintetiche”: la piattaforma “formazionegiornalisti.it” dove gli iscritti all’albo possono selezionare i corsi da frequentare, ha già un catalogo fornito e ricco di spunti.
Al di là del rischio della precarietà, il lavoro giornalistico era da sempre caratterizzato dall’habitat della redazione: dove si imparava, ci si confrontava, si litigava. I nuovi sviluppi operativi legati all’Intelligenza Artificiale sembrano però andare verso un rapporto individuale con il contenuto, una sorta di smart working delle notizie. È così?
In parte sì, ma ci sono molti fattori in gioco. Oggi è possibile fare una riunione di redazione da remoto con tutti gli strumenti di videoconferenza esistenti, senza perdita di contatto. La difficoltà ad assegnare ad un evento in videocall, lo stesso valore percettivo che assegniamo ai rapporti in presenza è anche dipendente dalle nostre abitudini e schemi mentali: siamo cresciuti, (almeno noi boomer ed i cosiddetti “generazione X”) con il contatto fisico e l’insieme dei fattori che lo caratterizzano: la fisicità, la voce dal vivo, l’odore, l’immagine della persona fisicamente presente. Un ragazzo che oggi ha vent’anni ha una percezione del rapporto telematico completamente diversa ed è meno influenzato da questi condizionamenti percettivi. È abituato ad interagire con meccanismi e simboli diversi, in un mondo ed in un modo che a molti non è ancora chiaro. Ci si può litigare, si può mentire e urlare anche a distanza, senza che queste interazioni abbiano meno valore e conseguenze. Già nel 2012, il filosofo Luciano Floridi, fondatore e direttore del Digital Ethics Center a Yale, negli Stati Uniti, aveva condotto una ricerca per conto della Commissione europea, con un team multidisciplinare di scienziati e ricercatori, che evidenziava la necessità del superamento di quella che era considerata la divisione tra mondo reale (real life) e mondo virtuale (online), coniando il termine “Onlife”.L’Intelligenza Artificiale aggiunge un nuovo “interlocutore” al nostro mondo, alla nostra redazione. Un interlocutore che può fornirci informazioni preziose e rapide, senza sminuire o svalutare il valore del nostro lavoro.
Non è quindi possibile prescindere dalla tecnologia, con i suoi vantaggi ed i suoi cambiamenti...
Abbiamo due possibilità: restare legati ad una visione nostalgica della professione e, di fatto, venirne esclusi, o decidere di rinnovarci ed accettare il cambiamento, restando attori della scena attuale. Per fare un esempio a me ben noto, mia madre ha 95 anni ed usa correntemente Whatsapp per comunicare e legge il meteo sullo smartphone. Dipende tutto da noi.
Immagine di Top Trade: https://www.toptrade.it/tecnologie/intelligenza-artificiale-le-migliori-app-del-2023/