Firenze – L’ultimo report sull’andamento del mercato del credito toscano a cura dell’Ufficio Studi di Unioncamere Toscana su dati della Banca d’Italia fa emergere un quadro non ancora del tutto rassicurante. Infatti, nel terzo trimestre del 2015 restano in territorio positivo sia i prestiti verso le imprese(+0,7% il dato tendenziale) sia i finanziamenti alle famiglie consumatrici (+0,8%), ma, sebbene per quanto riguarda le erogazioni alle imprese si tratti del secondo trimestre consecutivo di crescita, la fase positiva interessa soprattutto le aziende più strutturate e quelle operanti nel manifatturiero e nei servizi, mentre continua la flessione per il settore delle costruzioni e per le aziende più piccole, fra cui le artigiane.
Il miglioramento delle condizioni di accesso al credito sono testimoniate anche dai dati relativi ai tassi di interesse, in lenta ma progressiva diminuzione dalle punte negative del biennio 2012-2013. Anche sotto il profilo in esame persiste tuttavia un gap rilevante a sfavore delle piccole imprese, con tassi di interesse a breve termine che – dalla fine del 2012 – sono stabilmente superiori ai tre punti percentuali rispetto a quelli mediamente praticati alle imprese di medio-grande dimensione.
“L’andamento del mercato del credito – dichiara Andrea Sereni, Presidente di Unioncamere Toscana – continua ad inviare segnali di graduale miglioramento: se consideriamo che la crisi degli ultimi anni è stata per le imprese anche una crisi di liquidità, la riattivazione dei circuiti finanziari appare un elemento di fondamentale importanza al fine di sostenere la ripresa che si è materializzata nel corso degli ultimi mesi. Il quadro non può dirsi però del tutto rasserenato, dal momento che la crescita dei prestiti alle imprese continua ad interessare soprattutto le aziende di più grande dimensione, e che restano pesantemente negativi tutti gli indicatori relativi all’edilizia, settore però senza il quale la ripartenza economica non può dirsi completamente avviata. A tale proposito desta curiosità una delle novità introdotte dalla legge di stabilità da poco varata, quella relativa al leasing per l’acquisto della prima casa, una misura evidentemente mirata proprio a ridare ossigeno in modo rapido e consistente ad un settore così vitale della nostra economia.”
L’andamento dei prestiti per branca produttiva – Rispetto al terzo trimestre del 2014 crescono soprattutto i prestiti alle imprese manifatturiere (+1,5%) e alle imprese dei servizi (+1,1%). In notevole crescita, poi, l’andamento dei prestiti al settore residuale «altro» (+4,2%):questo aggregato, che comprende il settore primario, quello estrattivo e quello energetico , rappresenta tuttavia una quota relativamente limitata (10%) del totale dei prestiti erogati alle imprese toscane. Ancora in contrazione, invece, il credito alle imprese appartenenti al settore delle costruzioni (-1,8%): non si notano, su questo fronte, particolari miglioramenti rispetto alle flessioni registrate alla fine del 2014, sebbene le flessioni registrate risultino comunque essersi attenuate rispetto alle punte negative del 2013.
L’andamento dei prestiti per tipologia d’impresa – Sotto il profilo dimensionale l’offerta di credito sta in realtà crescendo, in termini aggregati, solo verso le imprese più strutturate: nel terzo trimestre di questo anno, per il terzo periodo consecutivo, i prestiti alle imprese medio-grandi sono in territorio positivo, segnando un aumento dell’1,2% che rappresenta un’ulteriore accelerazione rispetto a quanto registrato nei trimestri precedenti. Si conferma quindi come, in questa fase, siano soprattutto le imprese di maggiori dimensioni a sostenere la domanda di credito, lo più operanti nella manifattura e nei servizi.
Il credito bancario alle piccole imprese (-1,2%) – fra cui sono in larga misura ricomprese anche le aziende artigiane (-0,7%) – appare invece ancora in contrazione, sebbene si osservi una lenta ma progressiva attenuazione dei dati negativi registrati a partire soprattutto dalla seconda metà del 2011.
I tassi di interesse – Dal punto di vista dimensionale, le maggiori criticità su questo fronte riguardano ancora una volta le piccole imprese, il cui tasso di interesse, pari all’8,6% nel trimestre in esame, sta lentamente scendendo rispetto alla punta negativa del I trimestre 2013 (9,9%). Il tasso di interesse medio applicato alle imprese medio-grandi si colloca invece al 5,4%, un livello anche questo inferiore di quasi un punto e mezzo percentuale rispetto all’inizio del 2013 (6,8%).
Si osserva a questo proposito come, nel corso degli ultimi anni, il gap fra piccole e grandi imprese è si andato costantemente crescendo, con un differenziale che dall’ultimo trimestre del 2012 si colloca stabilmente al di sopra dei tre punti percentuali (era al di sotto dei 2,5 punti fino alla fine del 2009).
Per quanto riguarda i settori, costi molto alti del denaro continuano ad interessare le costruzioni (8,0%), con valori che si distaccano anche di due/tre punti percentuali da quelli riscontrati per il settore manifatturiero e per i servizi (rispettivamente 5,1% e 5,8%).
La qualità del credito erogato – Malgrado i segnali positivi riscontrati nella diminuzione del costo del denaro e nell’aumento dei prestiti erogati, non arrivano ancora segnali incoraggianti dal lato della qualità del credito erogato.
Il tasso di decadimento continua infatti a rimanere su livelli preoccupanti, in particolare nel settore delle costruzioni dove continua a percorrere un sentiero di crescita, raggiungendo nel trimestre in esame valori notevolmente elevati (10,7%).
Meno emergenza, ma sempre preoccupazione, anche per il settore del manifatturiero e dei servizi, dove il rapporto tra le esposizioni passate a sofferenza ed i prestiti in bonis all’inizio del periodo presenta valori, rispettivamente, del 5,3% e del 3,9%.
Stabile e su livelli decisamente più contenuti è invece il tasso di decadimento dei prestiti alle famiglie consumatrici (1,4%).
Parallelamente, ha continuato a crescere il volume dei crediti deteriorati (incagliati, ristrutturati o scaduti), pari al 13,5% in rapporto al totale dei crediti (tale percentuale era inferiore al 10% ancora nel 2011): particolarmente negativa, ancora una volta, la situazione delle costruzioni (26,6%), mentre in crescita rispetto al passato appare anche l’indicatore relativo al settore dei servizi (12,2%).
Le famiglie consumatrici presentono invece profili di rischio più bassi, con crediti deteriorati pari al 4,9% del totale.