Mercato affitti, allarme per gli studenti stranieri, canoni triplicati

Firenze – Per gli studenti stranieri, abitare a Firenze può essere una spesa molto difficile da sostenere. Eppure, così non dovrebbe essere, come spiega Laura Grandi, segretaria regionale del Sunia, dal momento che, grazie agli accordi territoriali, i contratti d’affitto stipulati con gli studenti universitari prevedono un canone  che si aggira sui 5-600 euro. Una tipologia di contratto che permette al proprietario di usufruire di alcuni vantaggi significativi, come ad esempio la cedolare secca e gli sgravi sull’Imu.

Ma spesso le cose non si svolgono come dovrebbero. “Grazie al nostro ruolo di “certificatori” dei contratti stipulati – spiega Laura Grandi – abbiamo rilevato che spesso agli studenti stranieri vengono richiesti canoni addirittura tre volte più alti rispetto a quanto previsto dalla legge. Un ruolo fondamentale lo svolgono gli intermediari, spesso agenzie, che sono coloro che rastrellano gli appartamenti sul mercato e li gestiscono. Abbiamo riscontrato un canone “abnorme”in lameno 18 casi, distribuiti fra fine ottobre ad oggi”. Un ruolo, infatti, quello del sindacato nella fase contrattuale, che riguarda una regola dell’Agenzia delle Entrate, entrata in vigore anno scorso, per cui il contratto d’affitto dev’essere certificato dai sindacati firmatari degli accordi territoriali.

Ma chi sono, questi studenti? “Per lo più si tratta di studenti cinesi o coreani, che per la maggioranza si recano all’Accademia delle Belle Arti o a scuole artistiche – continua Grandi – e che, spesso traditi dalla scarsa conoscenza della lingua o dalla scarsa conoscenza delle nostre leggi, si trovano impiccati a canoni molto alti”. Con una conseguenza interessante, vale a dire che, per riuscire a apagare un canone che spesso arriva a 900-1000 euro mensili e oltre, gli studenti affittano a loro volta, magari una stanza, magari andando a dormire stretti stretti in un’altra”. E a chi, affittano? “Ai turisti, naturalmente”.

“Si tratta di uno spezzettamento dell’uso del bene immobile che sta diventando sempre più capillare e paranoico – continua Grandi – dall’affitto al subaffitto, di grado in grado fino all’utente finale, il turista, un utente che offre solitamente grandi vantaggi: non discute sul prezzo e risiede relativamente poco, oltre a non dare “grattacapi” per riottenere l’uso del bene”.  Con una mutazione rispetto a ciò che è sempre successo, vale a dire, mentre una volta lo studente subaffittava a un altro studente, magari un compagno di corso in difficoltà nel reperire casa, ora si affitta al turista.

In quest’ottica, del resto, sono entrati molti proprietari anche in caso di affitto ai nostri studenti fuorisede nazionali, tant’è vero che, come spiega Grandi, comincia a essere presente la formula “settimana breve, weekend lungo”, vale a dire, lo studente dal venerdì alla domenica sera torna al paesello, ma lascia le chiavi al proprietario, che, nel “weekend lungo”, affitta ai turisti.

Altro elemento, “la maggior parte degli alloggi affittati agli studenti mostrano manutenzioni carenti, a differenza degli appartamenti destinati direttamente ai turisti, che “girano” sulle piattaforme, dove gli standard richiesti sono diversi – continua Grandi – ciò incrementa un florido giro di appartamenti “dedicati” agli studenti stranieri”.

 

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