Memoria: i quattro lager nazisti dimenticati

Prigionieri schiavizzati nella più settentrionale delle isole anglo-normanne

Anche il suolo britannico ha conosciuto l’inferno dei campi nazisti : nella più settentrionale delle isole anglo-normanne, Aldenrey (Aurigny per la Francia) i tedeschi avevano infatti allestito 4 lager per accogliere la mano d’opera necessaria per costruire quel Vallo Atlantico con cui Hitler sperava di difendersi da eventuali sbarchi Alleati lungo tutte le coste  dell’Europa nord-occidentale. Affinché questa  drammatica pagina della Seconda Guerra mondiale non cada nell’oblio  Londra ha ora incaricato un gruppo di esperti di raccogliere tutti i dati, testimonianze e documenti che rendano possibile una trasmissione della memoria. L’obiettivo è anche quello di cercare di ricostruire il numero delle persone confinate nei quattro campi di concentramento dell’isola in condizioni atroci e quello di chi che vi aveva trovato la morte.

Alderney che dista una quindicina di km dalle coste francese, era stato occupata dai tedeschi come le altre isole dell’arcipelago anglo-normanno,  dai tedeschi alla  fine del 1940,  cioé dopo aver vinto la Francia ma fallito la battaglia d’Inghilterra. Già prima dell’estate il governo di Winston Churchill aveva ordinato la loro evacuazione ritenendo che era impossibile difenderle. L’arcipelago doveva così diventare l’unico territorio dela corona britannica ad essere occupata dall’esercito tedesco.

Gli abitanti dell’isola erano stati costretti a fuggire nel giro di poche ore lasciando sull’isola i loro beni e i loro animali domestici. All’arrivo dei tedeschi ad Alderney erano rimasti solo 15 abitanti. L’isola, 5 km di lunghezza per 2,5 di larghezza, si doveva in seguito popolare di prigionieri provenienti da varie parti d’Europa (tra cui Russi, Ucraini, Polacchi, Belgi, Olandesi, repubblicani spagnoli, resistenti normanni, ebrei francesi, testimoni di Geova, nordafricani ) da impiegare come mano d’opera per costruire le fortificazioni dell’arcipelago inserito nel progetto del Vallo Atlantico. Per l’arcipelago i nazisti avevano un piano di costruzione su 8 anni. Alla fine della loro occupazione ad Aldernay ne avevano ultimato il 39% . L’organizzazione dell’impresa bellica era stata affidata a all’organizzazione TODT, gruppo del genio civile e militare del Terzo Reich che sfruttava la manodopera.

Per accogliere i prigionieri i nazisti avevano costruito  4 lager dai nomi delle isole tedesche Sylt, Borkum, Nordernay e Sachsenhausen.  E’ Sylt quello che diventa il più efferato : gemellato con il campo di Neuenengamme, nel 1943 accoglie SS e un migliaio di prigionieri. In quell’anno le vittime in solo questo lager sarebbero state 400.

Si spera ora, con le ricerche affidate a un gruppo di esperti guidati da Lord Eric  Pickles (capo della delegazione bitannica presso l’Alleanza internazionale per la memoria dell’Olocausto), si riesca a stabiire in modo attendibile il numero dei prigionieri e dei morti. In effetti, attualmente, le cifre vanno da qualche centinaia a diverse migliaia di vittime. Secondo alcuni fonti britanniche si arriverebbe dai 40.000 ai 70.000.

« Le cifre contano  perché la verità conta. I morti meritano la verità » sostiene Pickles sostenuto dallo storico Paul Sanders, che partecipa ai lavori del gruppo,  per cui non solo é arrivato il momento di conoscere le cifre esatte « del principale sito di crimini di massa compiuto sul suolo britannico » ma anche  di « restaurare l’identità e il nome delle vittime che sono spesso rimasti senza volto o senza nome ». 

Foto: torre di avvistamento tedesca sull’isola di Aldenrey

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