Pisa – Il quotidiano inglese The Guardian, con un “colpo sensazionale”, ha svelato il piano “segreto” del ministero degli Interni britannico sulla libera circolazione dopo la Brexit. Un fascicolo di una ottantina di pagine che reca la sigla: Bozza – Ufficiale – Sensibile. E che la materia sia particolarmente delicata è evidente dalla reazione scatenata dalla notizia: un pandemonio politico che ha attraversato la Manica.
Ad essere pubblicato è un elenco di possibili linee d’intervento del Governo di Theresa May sugli immigrati. Misure pensate per ridurre, fatta eccezione per gli irlandesi, la presenza di lavoratori esteri nel Regno Unito: passaporti alla frontiera e in alcuni casi si potrà procedere al timbro digitale; permessi di lavoro più lunghi per personale qualificato e nessun ricongiungimento familiare, così da scoraggiare l’ingresso di stranieri.
Un progetto da realizzare in tre fasi: la prima con i cittadini europei che potranno richiedere lo status di residente. La seconda ponendo fine alla libera circolazione. L’ultima fase con l’introduzione delle nuove regole. Parliamo ovviamente di proposte che sono condizionate all’esito dei negoziati della Brexit e alle dinamiche interne al Governo di Londra. Quindi non vincolate, ma, forse, una velata minaccia al tavolo delle trattative che singhiozzano.
Tra Londra e Bruxelles ci troviamo in una fase negoziale che sul piano pratico è insolubile. La May vorrebbe continuare a godere dei diritti dell’UE, tralasciando di rispettare gli obblighi, a partire da quelli finanziari. Mentre, la richiesta di Bruxelles è il rispetto delle condizioni dell’adesione all’Unione. Per come sono messe le cose attualmente, non è così recondita la possibilità che finisca con una espulsione automatica, con il Regno Unito messo sul piano di “paese terzo” al pari di Giappone o Canada.