Casoli, secondo la “Gazzetta d Reggio”, sarebbe indagato per dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture per operazioni inesistenti in quanto legale rappresentate della cooperativa all’epoca dei fatti. Il reato sarebbe stato commesso non per vantaggi personali ma a vantaggio della coop e in concorso con 43 artigiani. Questi ultimi indagati sarebbero per lo più calabresi titolari di imprese del settore edile, legate al “Consorzio Artigiani Muratori” (Cam) di Reggio Emilia, già oggetto delle attenzioni delle Fiamme Gialle e dell’Agenzia delle Entrate.
Unieco, a cui fa riferimento una costellazione di società collegate, dal 2013 sta affrontando un procedimento difficile di ristrutturazione del debito pur avendo una media di ricavi sopra i 300 milioni di euro. L’Agenzia delle Entrate già nel 2013 aveva contestato alla coop fatture emesse da artigiani fornitori, in particolare quelli legati al “Magno Consorzio” (una quarantina di piccoli subappaltatori del settore edile), al Cam e alla società croata Crotal D.o.o. In quell’ambito erano finiti sotto processo 14 associati calabresi del Magno Consorzio, con sede in via Brigata Reggio e presieduto da Carmine Cappa; l’accusa era sempre di emissione di fatture per opere inesistenti, negli anni 2005-09, al fine di consentire a Unieco di evadere le imposte. Unieco ne era uscita pulita, mentre molti artigiani avevano patteggiato.