Mauro Romanelli, da Verdi a Sel con un desiderio: una sinistra unita e vincente

Mauro Romanelli, consigliere regionale, “verde” storico, sceglie Sel. Al di là delle polemiche, al di là delle inevitabili accuse, una scelta che rafforza il ruolo di quello che si prospetta sempre più un gruppo politico emergente, con una personalità ben precisa, in un momento in cui parte del Pd tende a “sfumare” verso il centro, senza disdegnare “fughe” a destra.

Come è maturata questa scelta?
“In realtà non è stata una decisione improvvisa. Da quasi un anno sto lavorando perchè questa decisione non sia motivo di divisione. La ritengo infatti una scelta che apre una grande opportunità a tutta la sinistra, che potrebbe trovarsi unita in consiglio regionale a sostegno di Enrico Rossi, e unita in consiglio comunale all’opposizione. Un’opportunità che, ribadisco, potrebbe essere importante per tutta la sinistra, e penso ovviamente a FdS e Verdi”.

Sembra dalle sue parole che nel concetto “sinistra” non sia compreso il Pd.
Almeno una parte del Pd …. un interrogativo è legittimo, a questo proposito: il Pd in questa fase dove sta? In altre parole: il sostegno a Monti è un’emergenza, o è solo un assaggio, una prova di teatro in vista di alleanze col Terzo Polo o di un governo di larghe intese? Non dimentichiamo che, nel caso di ritorno al proporzionale, l’ipotesi di un governo di vecchia memoria, che ricordi da vicino il vecchio pentapartito (sto pensando per intendersi a un governo Pd-Udc-Pdl) potrebbe diventare più di un’ipotesi.

Parrebbe che sotto queste analisi, ci sia un convitato ben preciso, anche se non nominato: Matteo Renzi.
Sì, è una pratica di gestione politica che Renzi mette in atto scientificamente: basti pensare al suo periodo in Provincia, quando ruppe con Verdi e sinistra Ds, imbarcando due consiglieri del Pdl.
Ed ora, in Comune, cosa fa? Rompe con Sel, mezzo Pd, con l’IdV – e, aggiungiamo noi, viene puntellato da Fli, Udc e persino Lega Nord – insomma, mi sembra ci siano le premesse per pensare a una sorta di “apripista” per un certo indirizzo politico. Un indirizzo che, a livello nazionale, porta, con la proporzionale,  diritti diritti a una larga intesa di governo Pd-UdC e Pdl.

E dunque, la scelta di andare in Sel?
Ritengo sia la formazione politica che può impedire che la sinistra venga messa in un angolo, capace di essere una sinistra di Governo, coerente e chiara nelle priorità e nei valori,  in grado di fare proposte concrete e di costruire coalizioni e alleanze per vincere. E’ importante in questo momento che si crei una forza politica unitaria a sinistra per smontare il disegno, chiarissimo anche in Toscana, di costringere al silenzio la sinistra per rincorrere un centro sempre più terzopolista e UdC. Una politica che nel Pd può provocare, e sta provocando, molti mal di pancia. O che rischia di creare spaccature tali da consentire a un centrodestra disastrato di sopravvivere. Pressapoco il rischio che si è corso a Lucca, rientrato ieri notte per un pelo.

 

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