Materia Prima Festival: presidio teatrale sul mondo contemporaneo

Spettacoli pluripremiati, nuove produzioni, maestri della scena e giovani emergenti

Firenze – Il corpo nelle sue diverse declinazioni fisiche e relazionali (ibrido, abitato, migrante, detenuto, in mutamento) è il protagonista dell’11/ma edizione di Materia Prima Festival, l’evento dedicato al panorama teatrale e performativo contemporaneo. Il festival è curato dalla compagnia Murmuris diretta da Laura Croce e Luisa Bosi, una realtà culturale che dal 2007 si occupa di promozione del contemporaneo attraverso progetti, laboratori, spettacoli, eventi.

Dal 28 febbraio al 5 aprile al Teatro Cantiere Florida e per la prima volta negli spazi dell’Archivio di Stato di Firenze, si alterneranno otto appuntamenti che rappresentano il meglio della ricerca teatrale: spettacoli pluripremiati, nuove produzioni, maestri della scena e giovani emergenti. Il concetto intorno al quale ruota tutta l’attività di Murmuris è la stretta interrelazione con il pubblico, il dialogo fra le generazioni, l’acquisizione della consapevolezza di valori concreti e astratti che nascono dalla comunità e dal suo territorio.

Durante Materia Prima culmina fra l’altro il lavoro portato avanti da Murmuris durate tutto l’arco dell’anno con iniziative di formazione per spettatori consapevoli, mirate a ricostituire il rapporto tra teatro e comunità nella convinzione del ruolo pubblico delle arti sceniche in termini di sviluppo civico, di partecipazione e di rinnovamento sociale. I ragazzi delle scuole superiori partecipanti al progetto di educazione alla visione “Noi” – giunto alla sesta edizione e realizzato con il contributo di Fondazione CR Firenze –  saranno coinvolti attivamente nel festival, con la possibilità di viverlo dall’interno, rendendosi protagonisti del racconto della sua preparazione, di ciò che accade in scena e del dietro le quinte. Materia Prima Festival – afferma Laura Croce – è dunque corpo esso stesso, “organismo che si trasforma e vive della risposta del pubblico e dei luoghi che abita in continua, vitale metamorfosi, sorprendendo anche noi che l’abbiamo pensato e voluto”. L’obiettivo: “riportare il teatro al centro della vita delle persone e immaginare una nuova comunità di artisti e spettatorche, insieme, abitano il presente”. 

Apre la rassegna al Florida  “Frankenstein (a love story)”, in prima toscana l’opera più recente della formazione tre volte premio Ubu Motus. Torna sul palcoscenico accanto a Silvia Calderoni del cofondatore Enrico Casagrande in una rilettura del mito del moderno Prometeo. Chiude sempre al Teatro Florida “Solo quando lavoro sono felice, caustica parodia della sempre più soffocante presenza del lavoro nelle nostre vite, di e con gli astri nascenti del teatro off Niccolò Fettarappa e Lorenzo Maragoni.

Quello del lavoro è un tema tornato drammaticamente in primo piano dopo il crollo al cantiere Esselunga di via Mariti dove sono morti cinque lavoratori. Un evento che – ha sottolineato ancora Laura Croce – aggiunge responsabilità e impegno per chi si occupa di un teatro ispirato fortemente a una funzione civile e solidale.  

Tra i titoli da segnalare: “Il grande vuoto”, per la prima volta in scena dopo il debutto a Romaeuropa un toccante eppure leggerissimo spaccato sull’Alzheimer firmato Fabiana Iacozzilli, drammaturga associata al Lincoln Center Directors Lab del Met di New York e applaudita nei festival di tutto il mondo, con Giusi Merli nel ruolo principale (16 marzo ore 21.00, Teatro Florida); “Sid. Fin Qui tutto bene” torrenziale monologo per batteria e voce vincitore agli In-box 2023 che è valso al protagonista Alberto Boubakar Malanchino l’Ubu nella categoria Miglior attore under 35, ritratto di tutti quei ragazzi che, dalle periferie dell’Occidente, urlano la noia per una vita di desolazione e consumo nel limbo della seconda generazione (8 marzo ore 21.00, Teatro Florida); “Forse una città (Mirages)”in prima assoluta la performance multimediale sulle variabili dell’abitare del collettivo AdA, fondato dalla visual artist e regista video Loredana Antonelli, dalla dj e producer Lady Maru e dall’attore, drammaturgo e regista teatrale Pasquale Passaretti, con i costumi nati dalla collaborazione con Accademia Italiana (21 marzo ore 21.00,  Teatro Florida); “De los muertos a Firenze”, riflessione sui legami che intrecciano i vivi e i non più vivi di collettivo ZimmerFrei  ovvero Anna de Manincor (artista e filmmaker) e Massimo Carozzi (musicista e sound designer)  in un allestimento site specific che unisce ricerca documentaria e presenza dal vivo (22 e 23 marzo, in due sessioni alle 19.00 e alle 20.30, Archivio di Stato). 

Per quanto riguarda il territorio, da sottolineare la partecipazione al festival di Compagnia di Sollicciano – laboratorio guidato da Elisa Taddei con attori detenuti nato all’interno della Casa circondariale di Sollicciano, a Firenze – con la proiezione del documentario “Essere o non essere, Amleto” (2 aprile ore 19.00, Teatro Florida), e di Andrea Macaluso, fondatore dello spazio culturale fiorentino Il Lavoratorio, che interpreterà la “Batracomiomachia” per parlare dell’oggi come solo i classici sanno fare, tra gli echi epici della grecità e il ritmo della traduzione in endecasillabi di Giacomo Leopardi (3 marzo ore 16.00 e 4 marzo ore 10.00, Teatro Florida). Da non perdere poi “Le Case del malcontento”produzione Murmuris / Atto Due dall’omonimo romanzo di Sacha Naspini – scrittore maremmano tradotto in 26 paesi e pubblicato in Italia da Edizioni E/O, qui anche nel ruolo di supervisore alla drammaturgia (26 e 27 marzo ore 21.00, Teatro Florida). 

Una rassegna – ha commentato la vicesindaca e assessora alla Cultura Alessia Bettini, che ha partecipato alla presentazione del cartellone  insieme a Cristina Giachi, presidente della Commissione Cutlra del Consiglio regionale e a Cristina Manetti, Capo di gabinetto del Presidente della Regione Toscana – che è un inno alla comprensione reciproca e che si conferma ormai una presenza solida nel panorama culturale fiorentino, come sottolinea il numero delle edizioni raggiunte. Materia Prima Festival è stato infatti capace di innovarsi al passo con i mutamenti artistici, interpretando l’evoluzione dei tempi”

Foto Frankenstein © Margherita Caprili

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