Pomarance (Pisa) – E’ con una lunga nota esplicativa della situazione, che l’associazione Casolenostra rende pubblica la battaglia che si sta svolgendo in una delle zone più belle e incontaminate della pur meravigliosa terra di Toscana: si tratta del cosiddetto “Masso delle Fanciulle”, uno sprone di roccia che si trova nella riserva naturale di Berignone, un lembo di terra compreso fra i Comuni di Pomarance, Volterra e Casole, uno dei luoghi più suggestivi e intatti della Regione. “La riserva è attraversata da una gola rocciosa ricoperta da un’abbondante vegetazione mediterranea, dove scorre il fiume Cecina, in uno scenario naturale unico. Il luogo è presente in molte guide turistiche internazionali, ed è un posto magico, prediletto da visitatori ma anche dalle persone che vivono in Valdicecina ed in Valdelsa”, informa la nota.
Ma ripartiamo dal principio. Innanzitutto, dalla petizione che è stata messa in piedi da un gruppo di associazioni ambientaliste fra cui Wwf Siena, Comitato Difensori della Toscana, associazione Casole Nostra, associazione Italia Nostra Siena, Ecomuseo borgo La Selva e Wwf nazionale che si oppone al progetto di realizzazione di pozzi esplorativi per verificare la presenza di eventuali serbatoi geotermici nella zona del Masso. La società che ha messo in essere il procedimento è la Gesto Italia srl, il cui progetto è allegato al faldone con tutte le firme raccolte dalla petizione lanciata on line. Gesto Italia Srl, dal canto suo, ha già presentato domanda di avvio del procedimento di valutazione di impatto ambientale.
L’obiettivo dei fronti ambientalisti punta ad arrivare al centro decisionale fiorentino, tanto che l’appello lanciato su internet si rivolge direttamente al governatore Enrico Rossi.
“Se le prove avranno successo, verranno realizzate centrali geotermiche e pozzi di produzione che distruggeranno in maniera irreversibile un’area incontaminata e delicata dal punto di vista ecologico, idrico, ambientale ed economico – riassumono gli ambientalisti – per cui chiediamo alla Regione di revocare l’autorizzazione ad un’attività che darebbe il via alla distruzione di uno degli ultimi fazzoletti di terra rimasti incontaminati sull’intero territorio regionale”.
Una preoccupazione, quella della nutrita schiera ambientalista cui dà manforte una vera e propria levata di scudi della popolazione, che riguarda anche una delle voci più importanti per queste zone, quella del turismo: “La presenza di turisti al Masso delle Fanciulle rappresenta anche un’importante risorsa economica per un’area vastissima – precisano infatti i protagonisti della protesta – ed ora questa fetta di terra unica è minacciata dalla costruzione di un impianto industriale per la produzione di energia geotermoelettrica, a pochi metri dal fiume. Chiediamo che l’autorizzazione agli impianti venga negata e che il luogo venga protetto, per preservare una riserva ambientale che è una grande risorsa sostenibile per l’economia locale”.