Pistoia – “Pistoia è la città dove sono nato, – dirà Marino Marini – naturalmente e umanamente tutti siamo attaccati alla nostra particella da dove siamo nati. Pistoia è in me, anzi, insegna anche qualcosa, un certo ordine gotico, una certa struttura, una certa costruzione medievale. Ci sono delle bellissime cose a Pistoia, di primissimo ordine, cominciando dal Pisano. Certamente l’artista italiano nasce con questa grande tradizione sulle spalle, ed è una grande fatica perché è difficile misconoscerla”. E sarà proprio la città in cui nacque il 27 febbraio del 1901 che, in occasione delle celebrazioni di Pistoia Capitale italiana della Cultura 2017, gli dedicherà dal16 settembre fino al 7 gennaio 2018 una grande mostra retrospettiva a Palazzo Fabroni che avrà il titolo “Marino Marini. Passioni visive” a cura di Barbara Cinelli e Flavio Fergonzi e che sarà organizzata dalla Fondazione Marino Marini e dal Comune di Pistoia insieme alla Fondazione Solomon R. Guggenheim di Venezia, sede dove sarà poi trasferita dal 27 gennaio al primo maggio 2018.
Una grande mostra che affronterà tutte le fasi della creazione artistica di Marini dagli anni Venti fino agli anni Sessanta, che saranno poste in relazione diretta con la produzione plastica dei più grandi artisti del Novecento e con i capolavori del passato. “La realizzazione di una mostra storica, di respiro internazionale – ha detto la vicepresidente della Regione Toscana con delega alla cultura Monica Barni,– dedicata alla conoscenza della poetica di un uomo illustre di Pistoia, artista toscano nato agli inizi del Novecento e figura fondamentale per la storia della scultura fino ai giorni nostri, restituisce il senso profondo dell’arte, ovvero che la lezione dei grandi artisti non conosce limiti di tempo”.Questa retrospettiva sulle passioni visive di “Marino”, uno dei più importanti Maestri dell’arte italiana e internazionale amò sempre qualificarsi, “è una operazione – aggiunge Barni – di ricerca filologica sulle radici e i contatti del grande scultore con g i artisti del passato e del suo presente”.
“L’incontro con la contemporaneità e la voce dei maestri della nostra storia – ha concluso la vicepresidente – diventa oggi un obiettivo strategico per le politiche culturali pubbliche in Toscana: il confronto tra presente e passato attraverso concrete e qualificanti proposte di dialogo per costruire una Toscana sempre più consapevole della propria complessa identità”.