Salute e sostenibilità: Maria Vannuzzi (Afam) parla della rivoluzione del modello di farmacia

Firenze – Luce calda, musica sottofondo, vetri e trasparenze: lo sguardo d’insieme stupisce per l’effetto- accoglienza. Non sembra neanche una farmacia. Ha aperto i battenti a settembre 2017 nel centro commerciale Ponte a Greve su un’estensione di 280 mq ed è un format pilota a livello internazionale. Da qui, dopo la sperimentazione, il modello verrà esteso anche ad altri punti vendita Afam, là dove gli spazi lo consentiranno.

E’ la rivoluzione copernicana del modello di farmacia che ha preso il via con l’arrivo della toscanissima Apoteca natura spa (gruppo Aboca, Sansepolcro Ar) che a gennaio 2016 ha rilevato da Comifar l’80% del pacchetto azionario di Farmacie comunali Firenze: in cifre, 21 punti vendita, 14 studi medici con oltre 140 collaboratori. Apoteca natura è un network di farmacie di respiro internazionale: oltre 600 punti vendita in Italia e 330 in Spagna.

Con il format fiorentino ha voluto dare forma concreta a una nuova filosofia sui concetti di Salute e sostenibilità. Ne parliamo con Maria Vannuzzi, direttore retail delle Farmacie comunali Firenze.

Appena entrati in questa farmacia non si vede il banco di vendita, ma una postazione “consigli” con un farmacista sempre presente. Decisamente un’impronta diversa dal solito.

Abbiamo lavorato molto su questo nuovo modello di Ponte a Greve, perché ogni sua parte, ogni angolo, deve esprimere il concetto di salute consapevole. La relazione con le persone diventa centrale per supportarle in questo percorso. C’è il farmacista e la sua professionalità al centro, dunque, mentre ai lati ci sono postazioni con un tablet in cui ci si può soffermare per capire varie fisiopatologie.

Sembra un percorso di educazione alla salute.

Esattamente, vengono affrontate varie tematiche, piccole problematiche di salute: un po’ di affaticamento, del malumore, un po’ d’insonnia. E’ un’esposizione di quattordici “mondi di salute” in cui si invita in primo luogo ad adottare corretti stili di vita e a privilegiare l’uso di prodotti naturali. Anche l’esposizione delle varie merceologie segue questa logica.

Il back office della farmacia invece è totalmente automatizzato.

Il farmacista al banco utilizza un gestionale collegato ad un macchinario automatizzato che prende il prodotto richiesto con una pinza e lo manda a destinazione. Risparmio di tempo e focus sulla relazione: l’automazione consente questo. L’integrazione fra l’elemento umano e la tecnologia digitale consente di valorizzare il ruolo del farmacista e di aumentare la consapevolezza delle persone. Naturalmente per mantenere questo livello di consulenza professionale dobbiamo fare corsi di aggiornamento continui.

Come vede in generale l’evoluzione del settore delle farmacie?

Il mercato negli ultimi anni è in costante decremento, soprattutto per la contrazione del prezzo dei farmaci rimborsato dal Sistema sanitario nazionale. La farmacia media italiana, per fare un esempio, nel 2017 ha perso l’1,6% sul fatturato rispetto all’anno precedente. L’alternativa è una sola: ridimensionamento o innovazione e rilancio, ridisegnando il ruolo della farmacia come luogo in cui non si distribuiscono solo farmaci, ma ci si prende cura delle persone.

Questo nuovo format verrà esteso ad altre farmacie fiorentine?

Progettiamo di aprirne altre via via che procederemo alla ristrutturazione dei singoli punti vendita, ma questo nuovo modello ha un vincolo dovuto alle ampie dimensioni e dunque lo applicheremo dove sarà possibile.

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