Abbiamo incontrato Marco Passeri, candidato a presidente al Consiglio del Quartiere 1 ed al Consiglio Comunale del Comune di Firenze nella tornata elettorale del 25 maggio nella lista Ncd-Udc. Tre le chiavi di volta del suo programma: residenzialità, degrado e rilancio del centro storico del capoluogo toscano. Di seguito l’intervista rilasciata in esclusiva da Stamp.
A suo parere, quali sono i principali problemi che affliggono il centro storico fiorentino?
Innanzitutto, recuperare e tutelare la residenzialità. Cinque anni fa, l’amministrazione di centro-sinistra aveva promesso di riportare i Fiorentini a risiedere nel centro storico. Rispetto ad allora, le problematiche del centro di Firenze, anziché ridursi, si sono ingigantite. In particolare nelle zone di Santa Croce, Santo Spirito e San Niccolò è diventata urgente la “questione movida”. Sono spuntati come funghi locali notturni senza un’adeguata regolamentazione. E di questo parte degli altri candidati alle elezioni comunali non parlano in quanto rappresentano, nelle rispettive liste, proprio le categorie coinvolte.
Quale sarebbe, allora, la sua ricetta per risolvere la questione della movida?
Bisogna studiare un regolamento comunale ad hoc per i locali notturni, dato che gli attuali regolamenti di Polizia Municipale e del Commercio si sono dimostrati insufficienti a risolvere il problema. In altre città rapportabili, per dimensioni, a Firenze (penso a Lucca o a Reggio Emilia in Italia, ma anche Praga per quanto riguarda le città straniere) si è saputo conciliare la vita notturna con le esigenze dei residenti dei centri storici. Un “triangolo del caos” come quello costituito da Santa Croce, Santo Spirito e Sant’Ambrogio è impensabile per una città di respiro europeo come Firenze. Per i residenti la convivenza con avventori spesso su di giri è diventata molto difficoltosa. Oltre al rischio legato a comportamenti dettati dallo stato di ebbrezza, coloro che abitano in centro devono spesso trascorrere notti insonni a causa della musica di locali non insonorizzati.
La movida è quindi il vero male del centro storico fiorentino?
Ovviamente non siamo contrari alla movida, ma alla “mala-movida”. Svegliarsi la mattina dopo aver trascorso buona parte della notte in bianco a causa degli schiamazzi e trovare sotto la propria porta rigurgiti e deiezioni, non è certo degno di una città come Firenze. È anche per questo che non vediamo in maniera negativa il decentramento dei locali notturni nel parco delle Cascine, come recentemente proposto anche dall’amministrazione di centro-sinistra. Per rimanere al centro storico, il Comune dovrebbe effettuare una mappatura degli spazi disponibili per realizzare più bagni pubblici. E, soprattutto, andrebbero previste pene più severe per i locali che non rispettano le regole e sgravi fiscali per quelli che, invece, si comportano virtuosamente.
Che cosa ne pensa delle recenti e sempre più diffuse pedonalizzazioni?
Sì incondizionato alle pedonalizzazioni di piazza Duomo e di via Martelli. Ritengo, tuttavia, che almeno piazza Pitti potrebbe essere riaperta almeno al transito dei mezzi pubblici. E penso non a pullman di grandi dimensioni, ma ai cosiddetti “bussini”.
Il centro storico può essere definito in una condizione di degrado?
Ovviamente è stato fatto molto per combattere il degrado in cui Firenze versava. Molto, però, resta ancora da fare. Andrebbe, in primis, rafforzata la presenza della Polizia Municipale nelle principali zone del centro. Luoghi come piazza Brunelleschi, dove per altro c’è una delle sedi storiche dell’Università di Firenze, restano in condizioni preoccupanti a causa della presenza di rom, e non possiamo far finta di niente.
E per quanto riguarda la zona dell’Oltrarno?
La tramvia non arriva in Oltrarno. Anche i bus scarseggiano. Andrebbe quindi strutturato un servizio di trasporto pubblico più efficace. Prendiamo atto che anche per il centro-sinistra il progetto di un garage sotterraneo in piazza del Carmine è stato accantonato. Si potrebbe pensare ad un rilancio dell’Oltrarno con la costruzione di uno scambiatore in Lungarno Santarosa. Esiste, fra l’altro, un progetto che andrebbe solo realizzato e che consentirebbe di restituire al loro splendore, riducendo i posteggi per i residenti, le piazze del Carmine e del Cestello. Infine, ritengo che San Frediano dovrebbe diventare una “mostra dell’artigianato permanente”, con il rilancio delle botteghe artigiane tradizionali e di alta qualità e la creazione di una sorta di esposizione dei mestieri nell’ex distretto militare di Santo Spirito.