Una sorta di gay-pride da fiori d’arancio. Un’invasione pacifica e politica per rivendicare un diritto annunciato ma non ancora attuato. Quello del registro comunale della trascrizione dei matrimoni omosessuali celebrati all’estero. Possibilità votata a grande maggioranza del consiglio comunale ma rimasta ancora lettera morta a causa del monito del ministro Alfano, la cui circolare minacciava la cancellazione delle eventuali trascrizioni.
Un vero e proprio braccio di ferro istituzionale che ha frenato le intenzioni di molti sindaci tra cui quello di Reggio Luca Vecchi in attesa, assieme ai suoi colleghi, dell’apposita legge prima di una manifestazione dei primi cittadini in questa direzione.
Per spingere allo scoperto le reali intenzioni amministrative, l‘Arcigay di Reggio ha così organizzato sabato 20 dicembre una festa di nozze di massa in occasione della richiesta della prima coppia gay di essere trascritta sul famoso registro. Anche a nome delle 1500 firme di altrettanti reggiani che hanno voluto il registro. Non tutti i Prefetti sono comunque intervenuti per cancellare le trascrizioni. La presidente di Arcigay gioconda Fabiana Montanari confida, come scrive, sul “buon senso” del Prefetto di Reggio.