Paolo Marcheschi, fiorentino, fra i primi a rispondere all'appello del Pdl in terra di Toscana, consigliere regionale, autore del gran rifiuto il 28 dicembre scorso, quando, con l'annullamento delle primarie da parte del Popolo della Libertà e la nascita del nuovo gruppo Fratelli d'Italia lasciò il partito di Berlusconi e passò nella formazione LaRussa-Crosetto-Meloni, risponde alle domande di Stamp. Il momento è delicato, le liste sono ormai chiuse (Marcheschi è dietro Guido Crosetto, al Senato) ma i temi sono ancora lì, irrisolti: ha senso andarsene dal Pdl per poi presentarsi come alleati? Cosa cambia per chi si sgancia dall'ormai ingombrante partito di Belusconi e cosa crea, chi si dice deluso della conduzione della vecchia classe dirigente? E soprattutto, cosa c'è di nuovo? …
Partendo dalle parole che pronunciò quando confluì in Fratelli d'Italia, riferendosi al "progetto di rinnovamento mai partito" con Berlusconi, ci spiega cosa intendeva? E in cosa secondo voi Berlusconi ha tradito? E perchè allora non trasmigrare da Fini, che lasciò il cavaliere proprio in nome del tradimento che anche secondo lui il Pdl (e dunque Berlusconi, visto la profonda compenetrazione fra persona e partito) aveva compiuto circa i principi fondanti di una destra europea e liberale?
"Per quanto riguarda Fini, il suo percorso ha poco di politico e molto di personale. Ha mirato ad indebolire il Governo con il tentativo di sostituirsi a Berlusconi. Ha sbagliato tempi e modi rovinandosi da solo e mettendo il Governo in grande difficoltà. Chiarito questo punto, il progetto di governo del centrodestra non lo rinneghiamo, vogliamo anche noi meno Stato, meno tasse, meno burocrazia, più libertà di impresa, di iniziativa privata; insomma un Governo che metta il cittadino al centro della sua azione politica. E tuttavia non crediamo più in una classe dirigente che da troppi anni resta la stessa, con l'aggravante di dimostrarsi incapace di realizzare i programmi che avrebbe dovuto realizzare. Troppi errori grossolani. Il Pdl ricandida le stesse persone da oltre 15 anni , senza neanche un minimo di autocritica. Gli elettori ci hanno punito nelle ultime amministrative e Berlusconi sembrava averlo capito, nominando un giovane Segretario politico, Angelino Alfano, che col suo insediamento aveva delineato un nuovo percorso che prevedeva alcuni punti: pulizia interna e dunque ‘il partito degli onesti’, la riforma del porcellum, le primarie per la scelta dei candidati. Poi, ad un tratto, Berlusconi ha affossato tutto. Per lui il Pdl deve rimanere solo uno strumento elettorale personalistico dove il leader nomina direttamente la sua corte. Per Crosetto e Meloni la politica è invece partecipazione popolare, sapere chi si voti è fondamentale per la democrazia".
Cosa manca a Monti per non farlo definire di "destra" nel senso che ci ha appena spiegato?
"Monti è stato una grande delusione: sebbene non abbia una formazione di sinistra ha dimostrato di saper utilizzare solo gli strumenti propri della sinistra. Ha aumentato le tasse e non è riuscito ad intervenire sui costi della politica e dello Stato. Il debito pubblico è continuato ad aumentare (come le tasse) insieme, putroppo, al numero dei disoccupati e delle chiusure delle aziende. Zero sulla flessibilità nel mondo del lavoro, zero sulle liberalizzazioni attese. Niente di destra quindi. Sarà naturale che si allei con Vendola-Bersani e la sinistra statalista e delle tasse".
La destra "storica" ed europea ha a cuore lo stato di diritto, che significa anche il rispetto non solo della legalità, ma anche dello strumento con cui questa viene applicata, ovvero la magistratura. E' cambiato qualcosa nel vostro rapporto con i giudici rispetto a quando eravate nel Pdl? Mi spiego meglio: Fratelli d'Italia cosa pensa della magistratura, come si rapporta?
"Lo strabismo di certa magistratura politicizzata sta emergendo in tutta la sua evidenza. Troppi processi infamanti aperti e chiusi senza condanne penali, ma con carriere politiche infangate o distrutte. Troppi magistrati continuano a salire in politica, e sarà un caso, ma sono tutti a sinistra. E’ un problema serio. Si confondono poteri e ruoli che dovrebbero rimanere terzi ed imparziali. Così diamo l’impressione che attaccare la politica serva per crearsi spazi personali".
Un capitolo importante della storia toscana del Pdl è stato, e continua ad esserlo Denis Verdini. Che ora sembra scomparso dalle cronache, sia regionali che nazionali. Il persistere della sua influenza è stato forse uno degli elementi che ha "trattenuto" il partito dal cambiamento? Che ruolo ha giocato secondo voi in questi anni, e che ruolo gioca ancora?
L’ascesa di Denis Verdini a fianco di Berlusconi ha comportato una svolta decisiva nel partito. Ha espresso pubblicamente il suo concetto di politica più volte: per lui conta solo Berlusconi. Il resto del partito deve essere composto da fedelissimi, poco importa se senza consenso e impresentabili. Il suo è un concetto mercantile, che calato in politica (come ha fatto) alla lunga non paga.
I risultati, d'altro canto, si sono visti. Il Pdl ha perso 6,5 milioni di elettori in questi anni. Sul territorio il Pdl non è mai esistito e la classe dirigente locale ci ha abbandonato. Un grande peccato. Avevamo tantissimi sindaci giovani e competenti in Italia, la classe dirigente del domani, vale a dire un capitale politico enorme, abbandonato in favore di un vertice autoreferenziale e incapace.
Dal momento che la legge elettorale rende impossibile fare a meno di alleanze, qual'è il vostro "alleato" elettivo? Il Pdl? Monti? Fini? E se la scelta è quella di portare acqua al Pdl, come riuscirete a essre credibili nella vostra differenziazione davanti agli elettori?
"Noi siamo di centrodestra. Siamo in un sistema politico bipolare e con questa legge elettorale a pochi giorni dalle elezioni, sarebbe stato veramente impossibile non coalizzarsi e creare un ulteriore centro destra. Il programma è condiviso col Pdl, la Lega e le altre forze politiche che aderiscono alla coalizione. Abbiamo chiesto che il premier non sia Berlusconi e siamo stati ascoltati. Se prenderemo un voto in più del Pdl, lo indicheremo noi. In campagna elettorale ogni voto dato a noi va a Berlusconi ma non al Pdl. Alleati ma diversi, come ha fatto la Lega in tutti questi anni.
Cosa ne pensa delle cosidette "liste pulite", vale a dire prive di indagati, di condannati poi … è possibile aderire a questo modulo di comportamento e cernita dei candidati per Fratelli d'Italia?
"Noi lo abbiamo messo addirittura nello Statuto del Partito. Chi ha condanne o procedimenti infamanti a carico non può essere candidato, fino a che non ha dimostrato la propria estraneità. Non siamo giustizialisti, ma questo è un momento dove in troppi, e senza motivo, si sono nascosti dietro la persecuzione giudiziaria delle toghe rosse".
Dopo circa 8 anni di governo pressochè assoluto, cosa può portare di nuovo il centrodestra all'Italia?
"In poche parole: il rilancio e la crescita del Paese che produce passa dalla riduzione delle tasse e del costo del lavoro oltre che ad un forte ridimensionamento della spesa pubblica dello Stato e della politica. Proponiamo l’inserimento del tetto massimo di imposizione fiscale al 40% da prevedere in Costituzione. Tutte le progressioni di carriera devono ispirarsi al Principio del Merito, mai più nei posti chiave ‘fedeli’ politici o raccomandati. Il tempo dei privilegi è finito".
Ma Fratelli d’Italia è un cartello elettorale o un vero Partito?
"Il nostro obiettivo non è elettorale, ma in prospettiva è quello di sostituire il Pdl. Dopo le elezioni inizia il vero cammino di Fratelli d’Italia.
Daremo spazio sul territorio a chi ha passione civica e per l’impegno politico. Restituiremo agli elettori la possibilità di scegliere davvero i loro rappresentanti, faremo le primarie per tutti i tipi di Elezioni. Non scenderemo a patti con lo strapotere di politica e affari Toscano. Saremo quello che non è mai stato il Pdl".