Siena – L’incipit della nuova stagione targata Marcello Clarich all’apice della Fondazione Mps dopo il “capitanato” di Antonella Mansi è cominciata ufficialmente oggi, con la prima conferenza stampa tenuta dal nuovo Presidente. Un incipit che parte in salita, per Clarich, che dopo aver proclamato la sua assoluta indipendenza da partiti o “organizzazioni”, dà subito conto di un nodo molto delicato, rappresentato dalla sostituzione di due membri del cda di Banca Mps, peraltro nominati dallo stesso ente, con altri due espressione dei fondi, Btg Pactual e Fintech, con cui la Fondazione del Monte ha stretto un patto di sindacato.
Un nodo che dovrebbe essere risolto presto, prestissimo, anche perché i rappresentanti dei due fondi non hanno mancato di manifestare nero su bianco (una lettera è arrivata infatti a ridosso del 31 luglio a Palazzo Sansedoni proprio per sottolineare la delusione profonda di Btg Pactual e Fintech, come rivelato dallo stesso Clarich nell’incontro di oggi) che la cosa non verrà certo soprasseduta. Alla “protesta ufficiale” degli interessati si aggiunge anche la consapevolezza che la questione dovrebbe essere risolta entro il primo cda della banca senese, che dovrebbe appunto tenersi agli inizi di settembre. Del resto, l’entrata di due rappresentanti dei Fondi nel cda della Banca senese è presvisto dal patto, e, pur dichiarando di comprendere la situaizone di disagio in cui si trovano i 4 nominati dell’attuale board, Clarich si dice speranzoso che verranno fatte valutazioni più sull’interesse generale che basate su quello particolare. Del resto, dice ancora Clarich, se verrà fatto questo passo, bisognerà avere il massimo “riconoscimento di riconoscenza” per chi si dimostrerà pronto a fare un passo indietro.
Intanto, il nuovo presidente ha anche rivelato di aver già incontrato, nell’occasione del Palio del 16 agosto, sia i vertici dei due Fondi che il presidente della Banca Alessandro Profumo. L’impressione è che entro il primo cda della banca il nodo verrà sciolto, anche considerando l’importanza che le nomine rivestono in prospettiva, soprattuto per gli attuali pattisti. Il punto è che il prossimo anno vedrà la nomina dei nuovi vertici del Monte: e se la prima valutazione cadrà ovviamente sulla disponibilità o meno degli attuali presidente e ad (Profumo e Viola) tuttavia non si può dare per scontato che abbiano vogliaa di proseguire l’esperienza o che non appaiano alternative all’orizzonte. Senza contare che di sicuro nella valutazione del board della banca entrerà anche il percorso fatto e la prospettiva futura.
Insomma, tenendo a mente che oltre alle esigenze ancora indefinite dei fondi a questi la Fondazione è legata nel patto di sindacato, che comunque non ha la maggioranza assoluta ma il 9%, il rischio è quello di arrivare in assemblea con nomi “non adeguati”, come dice Clarich. E nomi non adeguati potrebbero “anche non essere eletti”. Nell’eventualità poi che Profumo e Viola non si diano disponibili, il neopresidente dice che è presto per fare nomi. Altro step che è nelle intenzioni di Clarich, quello di nominare il vicepresidente (a tal proposito il 16 agosto ha incontrato Bettina Campedelli) e soprattutto iniziare il confronto con gli altri azionisti per tentare l’allargamento del patto di sindacato. C’è infatti la consapevolezza, come dice il neopresidente, della necessità di una politica di allenaze, dal momento che. con il livello odierno, la partecipazione della Fondazione potrebbe giungere a essere “irrilevante”.
Infine, il tema investimenti. Il profilo, dice Clarich, sarà di rischio medio basso. Il neopresidente non è entrato nel merito, Ed è stato il direttore generale della Fondazione Granata che ha ribadito la volontà di “evitare speculazioni”, puntando sulla redditività del patrimonio.