Manovre di mercato: fatti i conti a Firenze ci vuole Vucinic

Firenze – E va bene! Giochiamo a fare il mercato, anche se io sarei per lasciare a Firenze le cose come stanno. Ma pare se ne debba andare Ilicic, quasi sicuramente in prestito, a respirare aria meno ostile e per non rischiare di arrugginire tra panchina e polemiche. Poi c’è da sfoltire la rosa. E sicuramente se ne andrà Brillante a giocare o a Empoli o in B, così come Hegazi, che non riesce a trovare posto neanche come primo rincalzo difensivo. Pare anche che le lusinghe per Pasqual siano tali da permettere alla Viola di giocare sulle urgenze e sulla competizione di squadre blasonate (Roma e Milan) per lucrare su un giocatore un po’ logoro e soprattutto a fine contratto. E allora via anche lui, prima che se ne vada a costo zero, tanto quest’anno non serve.

Le partenze di El Hamdaoui e Yakovenko erano state annunciate già durante il mercato d’estate, e ora si tratta di non guardare tanto per il sottile pur di liberarsi di due contratti. In uscita dovrebbe essere tutto qui, anche se la concorrenza tra Juve e Roma per Neto potrebbe portare una delle due (plausibilmente la Roma, che oltretutto, secondo me, ne avrebbe bisogno già da ora!) a anticipare l’acquisto per assicurarsi il portiere con poco esborso, prima che le sirene di squadre straniere lo stornino la prossima estate verso ingaggi più ricchi. A questo punto ci si aspetterebbe almeno un movimento in entrata. Intanto, fossi nella dirigenza viola, manderei Wolski e Camporese, e forse anche Rebic, in squadre che li deprimano di meno e che almeno diano loro qualche opportunità. E quindi penserei a quella benedetta seconda punta che dovrebbe il più possibile assomigliare a Messi o, per essere più realisti ma non tanto  meno esigenti, a Mutu prima maniera.

Chi? Non Giovinco, che non verrebbe mai sapendo di dover lasciare il posto a Pepito quando questi tornasse in forma; non Pato, perché non somiglierebbe affatto all’identikit disegnato da Montella e forse finirebbe per essere l’ennesima scommessa delusa di una Fiorentina alla quale riescono diversi miracoli tranne le resurrezioni; forse neanche Mutu, che non è più “il primo” Mutu e forse non è già più neanche l’ultimo; e non Bergessio, anche se sembrerebbe quello più facilmente arrivabile in prestito in cambio di Ilicic, ma che proprio perché è conosciuto bene da Montella sa bene di non essere il tipo di attaccante che ci vuole. Personalmente non saprei indicare altre soluzioni. Mi fido del fiuto di Pradè e Macia, che sanno di certo vedere qualche giovane o qualche giocatore nell’ombra che potrebbe essere valorizzato a Firenze.

Ma ritengo anche che quel fiuto non serva, per la semplice ragione che non c’è il tempo per provare e inserire giocatori che non siano in grado di entrare nei meccanismi della squadra da subito e che siano pronti atleticamente. E allora, a parer mio, resta solo un nome: Vucinic. Il montenegrino forse ha ancora qualche sassolino da togliersi dalle scarpe, soprattutto stimolato dalle due lepri in figa che sono Roma e Juve; ha tanta classe, e somiglia perfettamente a quella seconda punta “tecnica”, e anche fisica, che sappia parlare lo stesso linguaggio dei centrocampisti viola e che sappia fare all’occorrenza anche la prima punta o l’esterno. sarebbe l’ideale per dialogare con i Mati e i Borja.

Il pericolo è che la sua inclinazione all’indolenza sia stata nel frattempo aggravata da questi mesi di “vacanza” araba. Ma è lui l’unico da cercare di ingaggiare. Con una Fiorentina senza smoking, senza stampelle (basta che sia anche … senza infradito), il terzo posto sarebbe più vicino.

foto: www.calciomercato.com

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