Manovra sanità: le Asl dovranno risparmiare 150 milioni

Firenze – La manovra per il sistema sanitario. Indicazioni operative” alle aziende sanitarie per contenere la spesa e recuperare 150milioni, variazioni al bilancio di previsione 2021 per 66milioni, 53milioni di contributi in conto capitale destinati a sostituire il finanziamento di investimenti già realizzati o in corso di realizzazione da parte delle aziende sanitarie, 70milioni di fondi nazionali per lo sviluppo e la coesione rimodulati a favore del Sistema. È questa la manovra finanziaria  della Toscana per recuperare l’equilibrio economico in sanità.

La portata dell’operazione la racconta l’assessore Simone Bezzini con una comunicazione al Consiglio regionale e mentre elenca cifre e iniziative in corso, tra cui uno “scrupoloso monitoraggio della spesa sanitaria”, si sofferma più volte sulla “inadeguatezza delle risorse che lo Stato ha destinato per coprire i costi della pandemia” e ricorda che la Regione “si sta facendo promotrice di un’azione collettiva nei confronti dello Stato per evidenziare i maggiori fabbisogni che stanno emergendo” e quindi “ottenere adeguate coperture economico-finanziarie”.

L’iniziativa della Toscana, condivisa dalla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome è “fondamentale per recuperare capienza rispetto ai costi sostenuti, e ancora in corso, per le attività di contrasto al COVID e per compensare il peso di questa componente di spesa sulla parte sanitaria del bilancio regionale”. “Se trovassimo pieno accoglimento si potrebbe ipotizzare un’entrata tra i 100 e i 150milioni di euro” afferma l’assessore.

I 150milioni di contenimento della spesa delle aziende sanitarie, alle quali sono state fornite “indicazioni operative costantemente monitorate”, non sono “tagli lineari o indiscriminati nell’assistenza ai cittadini” precisa Bezzini che parla di “continuità dei servizi e mantenimento della qualità”. “Ogni azione – spiega – è volta a tutelare il sistema sanitario pubblico per metterlo in sicurezza dal punto di vista finanziario, ma anche per renderlo forte e in ‘salute’, capace di affrontare in condizioni ottimali le sfide del Piano nazionale di ripresa e resilienza”.

Anche le variazioni al bilancio di previsione 2021 pari a 66milioni – derivanti da altri capitoli del bilancio regionale – si muovono su questa direttrice. Stesso dicasi per 53milioni di contributi in conto capitale “destinati a sostituire il finanziamento di investimenti già realizzati o in corso di realizzazione da parte delle aziende sanitarie, la cui copertura è stata anticipata con contributi in conto esercizio”. Bezzini cita anche la Delibera di Giunta 1088/2021 per rimodulare sulla sanità 70milioni di fondi nazionali destinati a coprire parte del sistema tramviario nell’area metropolitana fiorentina. “La copertura dell’investimento – assicura – sarà comunque garantita attraverso la stipula di mutui da parte della Regione”. In ballo ci sono anche 10milioni di fondi Fesr (Fondo europeo di sviluppo regionale) che dovevano essere utilizzati a copertura di parte dei costi per l’acquisto di dispositivi di protezione individuale per dipendenti delle aziende sanitari e che “per motivi tecnici” non sono stati impegnati nel 2020. Queste risorse “saranno utilizzate per coprire analoghi costi sostenuti dalle Asl nel 2021” spiega Bezzini.

“I numeri riportati in questa comunicazione – conclude – confermano che il sistema sanitario della Toscana è probabilmente, in Italia, quello con la maggiore quota pubblica. Per sostenere questa posizione la Regione sta facendo un ulteriore sforzo per recuperare nuove risorse anche dalla parte non sanitaria del proprio bilancio, sviluppando al massimo le sinergie tra le due componenti”.

“Una comunicazione troppo sintetica” così Andrea Ulmi (Lega) ha definito l’intervento in Aula dell’assessore Simone Bezzini in merito alla situazione della sanità toscana, “perchè tra i vari dati – ha detto – non si tiene conto della spesa separata tra quella per la sanità ordinaria e quelle per l’emergenza Covid”. Ulmi continua “il presidente imputa la previsione in perdita del bilancio regionale di parte sanitaria ai costi per il contrasto alla pandemia non coperti con corrispondenti risorse statali”, “al mantenimento dei livelli di attività ordinaria anche in epoca covid” e “alla destinazione dei fondi europei non utilizzati alle attività produttive e non alla sanità”. Secondo Ulmi la Regione non ha governato dal punto di vista della programmazione e dell’uso delle risorse l’azione delle aziende territoriali ed ospedaliere”. Ulmi ricorda che anche la Corte dei conti ha ribadito che “le continue variazioni di bilancio sono sintomo della regione di garantire un’adeguata attività di programmazione in sede di bilancio di previsione”.

Foto: Eugenio Giani e Simone Bezzini

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