Firenze – Alla fine pagano sempre i pensionati. La manovra economica è fatta soprattutto di fonti di spese, anche sostanziose: reddito di cittadinanza, abolizione legge Fornero e altri provvedimenti a favore di varie categorie sociali.
Ai pensionati sopra i 1.522 euro lordi (circa 1000 netti, un tetto assai basso) – se non ci saranno modifiche (ma già i sindacati dei pensionati hanno annunciato una mobilitazione) – viene ridotta quella indicizzazione che avrebbe consento un parziale recupero del potere d’acquisto. Perché l’inflazione è ancora bassa ma tariffe, tasse locali e vari prezzi aumentano e non avendo le rivalutazioni dei rinnovi contrattuali la pensioni ovviamente si impoveriscono.
E’ bene dire che una parziale indicizzazione è prevista, quindi il sacrificio non è elevato. Rispetto alle proposte presentate negli scorsi anni dal presidente dell’ INPS di ricalcolo (diciamo pure taglio) delle pensioni da 2100 euro netti diciamo pure che, per ora, ce la siamo cavati con un modesto salasso.
Ma è egualmente sconcertante che ad essere puniti siano sempre i pensionati. Si dirà che a pagare sono solo i pensionati più “ ricchi” ma, a prescindere dal fatto che mille euro netti sono tutt’altro che indice di ricchezza, bisogna anche ricordare che ci sono altri indicatori che meriterebbe di prendere in considerazione (es. rendite da affitti, redditi da capitale, assicurazioni private) prima di parlare di pensionati “ricchi” o “poveri” .
Quindi se si riconosce che l’adeguamento al costo della vita è un istituto che consente di contrastare l’impoverimento delle pensioni esso deve valere per tutti e non facendo una distinzione che non produce equità. Perché pensionati con 1000/1500 euro e senza altre fonti di reddito sono già abbastanza alle strette.
Inoltre mi domando se chi percepisce diciamo due pensioni da mille euro l’una avrà la rivalutazione piena in entrambe (specie se sono di enti previdenziali diversi) al contrario di chi di pensioni ne ha una sola ma oltre i 1500 euro.
Un particolare che nessun sindacato, nessun opinionista, nessun organo d’informazione ha chiarito. Voglio sperare che si operi un cumulo ma lo vedo difficile quando si tratta di istituti previdenziali diversi. E poiché si legge nei rapporti INPS che un alto numero di pensionati a basso reddito percepiscono due o tre pensioni ..si vede bene che se non ci se ne tenesse conto si rischierebbe di far passare per “ricchi” quelli che hanno una pensione un pochino più alta ma ne hanno una sola.
Inoltre, sarebbe l’ora che tutti i pensionati invece di guardare quanto percepisce l’altro –che consegue a differenti situazioni lavorative e differenti livelli stipendiali- so coalizzassero per far sentire un’unica voce. Solo così possono difendere. Infatti in un Paese dove tutti gridano, una categoria che tace e che non fa pressing sulle forze politiche, è destinata a subire. Non a caso degli anziani, da qualche tempo si parla solo per dire quanto costano e che il loro numero è in aumento.
A questo proposito, per quanto riguarda i sindacati spero che le loro prese di posizioni preludano a una mobilitazione e non siano solo un atto dovuto : soprattutto che non si concludano uno spostamento dell’asticella del blocco dalle pensioni che salverebbe quelle da mille auro ma andrebbe a colpire quelle medio- basse….che sono anch’esse a livello di sussistenza.
E il povero pensionato come me che allo Stato ho sempre versato un piuttosto in anticipo che in ritardo ( una tipica abitudine dei meno abbienti) non possono nemmeno consolarmi con paci fiscali, stralci, e sconti vari.